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Giuseppe Nova - Giuseppe Cinquepalmi

Carta e Cartai a Brescia (XV–XIX secolo)

20.00

Categoria:
Prefazione: Mariella Annibale Marchina
Premessa: Giuseppe Nova e Giuseppe Cinquepalmi
Formato: 210x297x10 mm - pp. 128 - illustrato - copertina semirigida con alette lunghe plastificazione opaca
Edizione: 2012
ISBN: 978-88-8486-518-2
Product ID: 2736

Descrizione

“Carta e Cartai a Brescia”, con questo nuovo volume il binomio Nova-Cinquepalmi ha voluto portare a termine una ricerca storica minuziosa riguardante il mondo dei cartai della città, dal XV al XIX secolo. Gli autori ne tracciano la storia attraverso un attento ed esauriente esame delle fonti documentarie conservate presso l’Archivio di Stato di Brescia, tra cui le carte dell’Archivio Storico Civico. Il loro intento è di ricordare anche quegli umili cartai della città, fabbricanti e venditori di quel supporto che storici, memorialisti, scrittori, poeti, cancellieri, massari, notai, ragionieri, scolari, etc., hanno utilizzato per svolgere la loro attività.
Il progetto di Nova e di Cinquepalmi, magnificamente riuscito, era quello di dar luce a coloro che attraverso le loro vicissitudini, hanno collaborato, se pur in modo anonimo e indiretto, a diffondere il sapere, la storia, le attività e le origini della nostra comunità. Purtroppo la storiografia ufficiale non li ha presi in esame in modo approfondito, in quanto i cartai e poi i librai, erano considerati solo come fornitori materiali, non come individui con una loro storia e con una dura tradizione lavorativa alle spalle. Le loro botteghe erano concentrate nelle Quadre di San Faustino e di San Giovanni, quartieri popolosi, ricchi di artigiani e commercianti di vario genere e i cartai ben si adattarono in quel variegato universo.
Solo attraverso la comparazione di svariate carte archivistiche, si può ricostruire almeno in parte il loro vissuto. Dai documenti gli autori scoprono la presenza, nel XV secolo, a Brescia di vari mastri cartai provenienti da altre province, come mastro Giovanni da Colonia, magister teutonichus, probabilmente da identificarsi con l’intraprendente ed esperto Joannes von Koln che insieme ai suoi soci dominò il mercato veneziano per circa tre lustri, come puntualmente evidenziato dagli autori.
Altro magistro proveniente dal milanese fu Francesco da Monza, che aprì una bottega specializzata nella vendita di libri e carta. Altro capostipite di librari fu Giovan Battista Gromi, figlio di Cristoforo, originario di Biella, che aprì bottega in contrada Sant’Antonio, dove in seguito furono stampate le opere di Leonardo Cozzando. In queste botteghe, oltre ai libri stampati da altri tipografi come i Britannico, i Paganini, etc., si potevano trovare differenti tipi di carta, da quella fine a quella uso cancelleria, attrezzi per scrivere, fogli già stampati per le liturgie e per la musica, libri di vario genere compresi quelli scolastici.
La ricerca storica, condotta in modo esemplare e scientifico dall’occhio esperto di Giuseppe Cinquepalmi (Presidente dell’Associazione “Amici dell’Archivio di Stato di Brescia”), sarebbe risultata sterile se non vi fosse stato l’assemblaggio di un prolifico studioso come Giuseppe Nova, che ha intessuto le notizie in un filo logico storico, lungo quattro secoli.
I nomi dei cartai fatti così emergere, risultano centinaia, molti ancora attivi nel XVIII secolo, mentre nella prima metà del secolo successivo iniziano a scomparire le “vecchie botteghe nelle quali si poteva acquistare ogni tipo di materiale o usufruire di svariati servizi”.
Nel XIX secolo escono di scena i maestri, unici depositari dei segreti dell’arte, sostituiti da tecnici specializzati nelle professioni di librai, cartolai, tipografi, legatori, incisori in metallo, litografi, etc.
Gli autori evidenziano inoltre il controllo poliziesco, perpetrato dagli Austriaci, tra gli anni 1840-1859, nelle botteghe dei librai e dei tipografi, per impedire la vendita di libri proibiti e per controllare che non si stampassero manifesti o opuscoli mazziniani, inneggianti alla libertà.
Le preziose e particolareggiate note, poste a piè di pagina, arricchiscono e completano il volume in modo chiaro e puntuale, mentre un indice dei nomi rimarca le presenze dei cartai e dei librai con il periodo della loro attività.
L’analisi dei molteplici documenti archivistici, controllati, sviscerati, letti, trascritti, fotografati dalla simbiosi perfetta tra Giuseppe Nova e Giuseppe Cinquepalmi, ha quindi concluso il ciclo dedicato al mondo della carta bresciana.