Descrizione
Franco Mazzotti Biancinelli, figlio di uno dei maggiori finanzieri italiani, visse tra il 1904 e il 1942.
La modernità lo affascinava, nelle sue forme più esplosive e seducenti: la velocità, i motori, la sfida. Presidente dell’Automobile Club di Brescia per 15 anni, presidente della squadra di calcio bresciana, fu membro, con Italo Balbo, di una delegazione commerciale italiana negli Usa, per promuovere i prodotti dell’industria aeronautica nazionale, fra i quali i celebri motori dell’Isotta Fraschini, della quale il padre Lodovico fu presidente.
Affine alle grandi personalità della sua epoca, da Filippo Marinetti a Gabriele D’Annunzio, se Franco Mazzotti ne era debitore per gli aspetti artistici, le superava per audacia operativa. Non vi era sfida che non attraesse la sua passione per i motori: si cimentò nel campo del motociclismo, fu pilota d’auto da corsa (nella Mille Miglia del 1928 giunse secondo assoluto), fu tra i promotori, nel campo della motonautica, dell’uso degli idroscivolanti con elica aerea, per le gare su bassi fondali, e con uno di essi vinse due edizioni del raid Pavia-Venezia.
Mazzotti appartiene inoltre alla schiera degli audaci dell’aviazione. Partecipò al Giro d’Europa e al primo Giro aereo d’Italia del 1930, imponendosi alla ribalta internazionale con il compimento, nel 1931, del Periplo dell’Africa.
Nel 1934 svolse un volo transatlantico record dall’Italia al Brasile e nel 1938, durante una gara aerea nel deserto libico, finì disperso, sino a quando Italo Balbo non lo trovò, dopo cinque giorni di ricerche.
Il suo capolavoro consiste nell’invenzione e nel finanziamento della grande corsa battezzata Mille Miglia che, con Aymo Maggi, Renzo Castagneto e Giovanni Canestrini, egli volle e governò, quando aveva 21 anni, a partire dal 1926. L’epica gara, che debuttò nel 1927, segnò un’epoca e rimase nella storia dell’automobilismo, della politica sportiva, del costume e delle emozioni collettive, essendo ancora oggi ben presente nella memoria degli Italiani e nella pratica degli emuli di tutto il mondo, che ne rievocano i fasti convergendo a Brescia per lo svolgimento delle attuali edizioni con auto d’epoca.
Franco Mazzotti, dopo una vita audace e generosa, morì in guerra, nel canale di Sicilia, pilotando un aereo da trasporto militare che riportava in patria civili e militari italiani che abbandonavano la Libia.