Descrizione
“Aspetto la fine della guerra perché la primavera qui non entra, siamo noi che dobbiamo crearla”.
“Non mi resta che pregare spesso perché Iddio dia a noi giovani la forza e la capacità di distinguere la verità e il bene in mezzo al caos e per arrivare a questo bene è il maledetto egoismo che dobbiamo eliminare”.
“Non credere che mi sia disperata per me o per la mia sventura, no, solo la grande sofferenza di altri e tu sai che quando qualcuno che si ama soffre dei maltrattamenti, si preferirebbe sopportare il doppio noi stessi”.
Agape Nulli Quilleri
Questo è un racconto che, non venendo meno ai principi, narra la storia senza l’alterigia dei vincitori e senza infierire sui vinti.
Una memoria prossima alla verità di chi immagina di dover offrire la propria esperienza per manifestare i propri errori e i propri successi, le proprie debolezze e le proprie virtù, i propri limiti e i propri risultati, nell’utile convinzione che il cammino di una vita non è stabilito dalla casuale successione di fatti, ma è disegnato dalle proprie scelte.
C’è un legame che tiene unito con continuità questo procedere ed è la profonda voglia di sapere e di partecipare. Di vivere liberamente, consapevoli più che dei propri diritti dei propri doveri.