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A cura di: Ilaria Fiori

TRACCE.3 – Napoleone tra storia e memoria archivistica

impronte della Storia nei documenti dell’archivio storico di SONCINO

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Prefazione: Roberta Tosetti
Introduzione: Ilaria Fiori
Formato: 210x297x8 mm - pp. 96 - illustrato colori - copertina su cartoncino con alette - plastificazione opaca
Edizione: 2021
ISBN: 978-88-8486-875-6
Product ID: 5350

Descrizione

In occasione del bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte, che ricorreva lo scorso 5 maggio, il progetto TRACCE prende lo spunto per esporre l’interessante documentazione archivistica riguardante l’occupazione (o la “liberazione”?) napoleonica dell’Italia, tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo.
Tracce di Napoleone a Soncino, ve ne sono. E questo expo ha tra le sue finalità quella di sottolineare come la storia europea e nazionale ben si intrecci con quella locale, andando a formare un tutt’uno.

Napoleone Bonaparte, alla testa delle sue truppe, fece il suo ingresso in Italia, per la prima volta, nel 1796, con l’intento di effettuare un attacco diversivo nella penisola, a latere del principale scacchiere tedesco e austriaco. Nonostante l’esercito fosse poco numeroso e male equipaggiato, l’armata napoleonica fu l’unica ad ottenere risultati, grazie all’abilità militare e strategica del suo condottiero. Egli sconfisse prima i piemontesi, poi gli austriaci a Lodi aprendosi l’ingresso a Milano. Successivamente fu la volta di Venezia, Genova, le legazioni pontificie e parte della Toscana. Stabilì l’assetto italiano firmando il 18 ottobre 1797 con gli austriaci il trattato di Campoformio. In Italia furono varate importanti riforme, che modernizzarono la società lasciando un segno profondo, che permarrà a lungo anche dopo la caduta di Napoleone.
Era importante capire come Napoleone conducesse le sue campagne militari, con quale approccio raccontasse delle stesse e lasciasse appunto “tracce” di tutto ciò. Lui che ha risvegliato – ma contro sé stesso – le aspirazioni all’unità e alle idee nazionali.
Napoleone che ha suscitato il sentimento nazionale, ma per reazione. È solo a Sant’Elena che l’imperatore decaduto e prigioniero si è posto come campione del principio delle nazionalità. Se n’era ben guardato fino ad allora. Che cosa era accaduto? A Sant’Elena Napoleone era prigioniero delle grandi potenze europee. Ora i vincitori stavano reprimendo, dopo averle implorate, le aspirazioni nazionali dei popoli. Napoleone poteva allora rivolgere contro i suoi vincitori l’idea di nazione, che aveva contribuito alla caduta del suo impero. Il suo ultimo messaggio veniva raccolto da tutte le rivoluzioni che stavano scoppiando in Europa. Il cerchio si chiude: ecco allora Napoleone padre delle nazioni europee.