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Franco Robecchi

Un ospedale, mille culture (Spedali Civili Brescia)

Rapporto sull’incontro fra gli Spedali Civili di Brescia e i pazienti stranieri

20.00

Categorie: ,
Testi: Franco Robecchi - Issa El-Hamad - Maria Chiara Pezzoli - Francesco Castelli - Giuseppe Ricca
Presentazione: Lucio Mastromatteo
Introduzione: Franco Robecchi
Fotografie: Franco Robecchi
Formato: 200x230x13 mm - pp. 136 - illustrato colori - copertina semirigida con alette plastificazione opaca
Edizione: 2006
ISBN: ISBN 10: 88-8486-230-2 ; ISBN 13: 978-88-8486-230-3
Product ID: 2182

Descrizione

Il forte impatto di un repentino e massiccio affluire di stranieri in terra bresciana, sino a renderla la più appesantita nel panorama nazionale, ha posto sotto elevata pressione le strutture sanitarie in tutte le loro fasce, da quelle di base a quelle d’eccellenza, che costituiscono uno dei motivi d’orgoglio dell’Azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia.
Da ogni dove giungono richieste di intervento sanitario presso i nostri nosocomi, sia per i pazienti adulti che per i bambini.
Un grande ospedale come quello di Brescia potrebbe certamente fare di più, ma pure esso, per quanto imponente, non è un’isola avulsa dal contesto territoriale, provinciale, regionale e nazionale. Esso ha già saputo trovare nelle sue radici, e nell’humus umano dei Bresciani, nella sua etica della responsabilità e del rispetto, risorse straordinarie, che nessuno potrebbe codificare ed orientare.
Medici e personale tutto hanno dato ottima prova anche in questa occasione. I seicento anni di storia caritatevole e cristiana degli Spedali Civili sanno ancora indurre risorse per affrontrare nuove frontiere, che abbisognano però, come è sempre stato, della solidarietà e della partecipazione dell’intera comunità bresciana.
È soprattutto per questo che esce questo libro, per rendere conto di una situazione e di un comportamento e per coinvolgere nella nuova impresa l’intera società.
Trasparenza e progresso, inscindibilmente fuse nella visione di una moderna collettività democratica, passano anche attraverso atti di questo genere.
Vi è infine, sotto traccia, la fondata sensazione di essersi posti nella giusta direzione di marcia, sia come professionisti dell’ospedale, ognuno nel proprio ruolo, sia come cittadini, aperti e disponibili gli uni verso gli altri per costruire, insieme, il futuro.