Descrizione
Ne L’enraciment, Simone Weil scrive “Ogni collettività, di qualsiasi specie essa sia, non soddisfi le esigenze dei suoi membri, è giusta e deve essere trasformata”.
L’iniziale gesto è riconoscere, nominare le esigenze dell’anima, cogliere le responsabilità e l’amore di chi ci ha preceduto, ripescare nel passato il risultato del presente.
Ecco perché, ancora una volta, vedono la luce piccole storie rivolte al passato, condite da un pizzico di divulgazione, accessibili ad un fruitore qualsiasi e dotte al punto giusto per non cadere nella noia.
I temi sono diversi, raccontano di stampatori antichi gardesani, di un grande regista quale Comencini nato sul lago, di autori e giornalisti contemporanei che hanno cantato la struggente bellezza del Benaco; narrano di iscrizioni murarie su due celebri biblioteche, quali quella lonatese di Ugo Da Como e gardonese, quale quella del divino D’Annunzio, parlano di storie, racconti e leggende mollemente abbandonate fra i verdi e i gialli delle sensuali colline moreniche mantovane (adagiate ai bordi del nostro amato specchio d’acqua) e indicano i luoghi dell’ebrezza attraverso una veloce e completa carrellata di magici fluidi rossi e dorati, mossi o fermi che siano, ricordando anche periodi dolorosi della storia, in cui fuoriescono da acque putride… e da un regime torbido (per dirla a mo’ del giallista trendy Lucarelli) piccole storie nobili di gente comune.