Descrizione
Questa minuscola pubblicazione raccoglie versi scoscesi, umbratili, a volte, addolciti dalla lenta erosione dello scorrere del fiume di giorni impazienti. Tra orizzonti di senso esplorano stati d’animo, sensazioni, concetti. Rammemorano i chiodi infissi su pareti alpestri, solitari punti d’appoggio per ancorare le corde della scalata all’esistenza fra dubbi, inquietudini, quesiti. O, forse, costituiscono l’unguento per lenire la nudità della vita, le ferite della solitudine quando le persone più vicine diventano, magari inconsapevolmente, le più distanti o quando lo spaesamento di un malessere interiore cerca di avvolgerci.
Tra le pagine emerge una polifonia di riflessioni sommerse nel sottosuolo del quotidiano che, inaspettatamente, si spacca nella libertà espressiva in una sorta di scabra confessione nella schietta sincerità zampillante dalla remota ascendenza fanciullesca.