Benvenuto sul sito della Compagnia della Stampa
Chiama ora +39 030 7090600
Close
Luciano Demasi

San Pancrazio in Franciacorta tra guerra e pace

Storie di Alpini, soldati e della comunità

20.00

Categoria:
Prefazione: Gabriele Zanni - Roberto Bonadei
Introduzione: Marco Bonari
Premessa: Gian Battista Turrini - Don Faustino Sandrini
Formato: 167x240x19 mm - pp. 280 - illustrato - copertina semirigida con alette lunghe plastificazione opaca
Edizione: 2016
ISBN: 978-88-8486-708-7
Product ID: 3139

Descrizione

Il dovere della memoria

Fare Memoria. Per non dimenticare. Perché la Memoria è la nostra coscienza storica. Ancor più, è la nostra identità. Come dire, alla Memoria corrisponde un senso d’appartenenza morale e sociale talmente profondo da confonderlo o fonderlo con le nostre radici comunitarie, identificate in quei ceppi da cui germoglia la Grande Storia.
Fare Memoria significa non lasciar cadere nell’eterno oblio il ricordo di uomini, fatti e accadimenti che hanno segnato la Storia. Storia Minore o Grande Storia poco importa, anzi poco cambia. Sempre Storia è; vissuta, forgiata e scritta nella quotidianità da persone in carne ed ossa. Da individui che, coscientemente o meno, si sono resi protagonisti – come piccoli granelli di sabbia in una clessidra – delle due guerre mondiali, le quali hanno profondamente e indelebilmente segnato il Novecento ed il nostro presente.
Fare Memoria, molto più semplicemente, significa testimoniare il passato affinché ciò che è stato, nel bene o nel male, nel giusto o nell’errato, possa servire per comprendere i nostri giorni e per difendere il nostro futuro.
Fare Memoria vuol dire anche onorare i Caduti e gli Eroi, ma ancor prima offrire uno spaccato di vita sociale che fu, indispensabile per capire determinate scelte e percorsi intrapresi dalle nostre comunità e dalle singole persone.
Fare Memoria è un dovere, perché la Storia sentenzia ciò che eravamo e ciò che siamo, con grande obiettività e rinnegando le strumentalizzazioni che spesso fanno cozzare la Storia soggettiva con la Storia oggettiva.
Una grande premessa questa del perché fare Memoria, affinché si possa comprendere a pieno il certosino e appassionato lavoro di ricerca affrontato dall’autore, Luciano Demasi, in “San Pancrazio in Franciacorta tra guerra e pace: storie di Alpini, soldati e della loro comunità”.
Ghiotta l’occasione dell’ottantesimo di fondazione del locale gruppo delle Penne nere e del centenario della Prima Guerra Mondiale per rinvigorire o rimpolpare la nostra Memoria. In realtà l’autore offre una “fotografia” narrata e ben documentata della Grande Guerra attraverso la vita vissuta di San Pancrazio, oggi frazione di Palazzolo sull’Oglio, e dei suoi figli. Uno spaccato che si estende fin alla Seconda Guerra Mondiale, frammentato da vicende di vita comunitaria e dalle biografie di quei combattenti – non solo Alpini – dietro cui si cela da una parte l’amore dell’autore per la Storia e per la sua terra natale, dall’altra la capacità dell’autore di raccogliere, verificare, approfondire e trascrivere informazioni che permettono di scoprire e tramandare vicende personali.
Per capirci, se non ci fossero tanti “Luciano Demasi”, probabilmente molta Memoria sarebbe andata perduta, per sempre, e tanti “figli” e fatti delle nostre comunità rischierebbero di essere ingiustamente dimenticati.
Narrare in forma talvolta archivistica e pertanto scrupolosa ed attenta, come ha fatto l’autore, permette anche alla grande Famiglia degli Alpini di riconoscere l’importante ruolo di traghettatori della Storia. Il tramandare, ancor meglio se in forma scritta, è un dovere verso i nostri avi, verso noi stessi e, in particolare, verso le nuove generazioni, perché il sacrificio umano di molti, troppi soldati rimanga di monito ai giovani e permetta di comprendere sino in fondo quei valori di democrazia e di libertà di cui oggi possiamo beneficiare.
Questo volume, fortemente voluto dagli Alpini di San Pancrazio e intelligentemente curato da Demasi, è un omaggio agli Eroi silenziosi, ai Caduti delle grandi guerre e soprattutto a chi “è andato avanti”, nella consapevolezza che il sacrificio non sia stato vano.
Marco Bonari (Giornalista)