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AA.VV.
A cura di: Alfredo Bonomi

IL BOSCO – Una risorsa per le valli SABBIA e TROMPIA

Pubblicazione dei manoscritti di MARCO COMINAZZI del 1861

  • 1° libro: Trascrizione testi – La Montanistica – La Carbonizzazione
  • 2° libro: LA MONTANISTICA
  • 3° libro: LA CARBONIZZAZIONE

50.00

Categoria:
Premessa: Emanuele Vezzola e Ermanno Pasini
Contributi: collaborazione di Vincenzo Rizzinelli e Volfango Mabesolani
Formato: 213x295x55 mm - cofanetto plastificato opaco contenente i 3 libri
Edizione: 2008
ISBN: 978-88-8486-309-6
Product ID: 2348

Descrizione

Marco Cominazzi è stato un chiaro esempio di come un uomo, anche se privo di ampollosi titoli di studio universitari, possa con l’intelligenza e la passione lasciare un forte ricordo e giovare ai posteri per le moltissime note da lui stese sulla Valle Trompia, scandagliata in tutti gli aspetti, dalla storia all’industria, dalla geologia alla toponomastica, dall’agricoltura al commercio, dai costumi al folklore, dalle tradizioni religiose a quelle civiche. La sua inesauribile curiosità e la propensione ad annotare quanto ritenuto importante lo avevano trasformato in una sorta di archivio vivente, in contatto con tanti studiosi. Purtroppo lo sterminato materiale da lui raccolto è andato quasi tutto disperso finendo nei rivoli degli appassionati, dei collezionisti e degli antiquari. Rimangono alcuni volumi manoscritti con notizie sintetiche sui diversi paesi della Valle Trompia, donati da Mons. Falsina a Mons. Guerrini e da questi lasciati alla Biblioteca Queriniana. I due manoscritti ora pubblicati, cioè “La Montanistica di Valle Trompia” e “La Carbonizazione”, stesi nel 1861 ed indirizzati all’“Inclito Ateneo di Brescia” sono riemersi dall’oblio, recuperati sul mercato del collezionismo. Per stendere “La Montanistica di Valle Trompia” e “La Carbonizazione” Marco Cominazzi, rifacendosi ad un genere letterario assai diffuso e mostrando una punta di civetteria, si affida al dialogo tra il proprietario del bosco ed il carbonaio, ricorrendo ad innumerevoli domande con altrettante risposte. Queste diventano i capitoletti di due trattati che, in realtà, sono per la tematica affrontata un unico lavoro diviso in due parti. Il risultato è l’offerta al lettore di una vera miniera di notizie sulle peculiarità di molte piante, sull’utilità economica del bosco, sui piccoli segreti che bisogna conoscere per entrare meglio nel gran mondo delle piante. “La Montanistica” e “La Carbonizazione” sono una riflessione a tutto campo che ci mostra come nel 1800 il legame economico fra l’uomo ed il bosco fosse ancora molto forte con parecchie implicanze. Pur rifacendosi ad un periodo storico ben delimitato, agli albori della grande industrializzazione italiana e bresciana, le riflessioni del versatile gardonese sono ancora di attualità, specialmente in un tempo come il nostro dove le grandi foreste amazzoniche dell’America del Sud, quelle del Centro Africa e quelle dell’Indonesia sono gravemente minacciate dalla insensata quotidianità economica a matrice speculativa, con il rischio di un disastro ecologico di portata apocalittica. Le osservazioni condotte non hanno valore solo per il territorio preso in considerazione, ma diventano un vero e proprio trattato sull’utilità del bosco in generale, sul suo valore economico e sulle modalità di sfruttarlo meglio, sugli interventi sbagliati che non bisogna fare nell’interesse della buona resa del bosco, ma ancor più per quello delle popolazioni locali. Scorrendo le pagine del manoscritto, vivacissimo nella forma anche se con notevoli e grossolane sviste grammaticali, si colgono moltissime annotazioni che vanno dalla tipologia e dalle caratteristiche delle diverse piante, alla qualità dei carboni prodotti dalla legna usata per la carbonizzazione e quindi all’efficacia di questi per la liquefazione del ferro nei forni fusori della zona, dagli svariati usi che dei boschi si fanno pure per l’industria, come la produzione di traversi per le strade ferrate o di pali per i vigneti, a tutta una serie di norme, semplici ma assai preziose, da seguire per il taglio della legna. Sono osservazioni apparentemente minute ma molto utili ed istruttive che non hanno tempo perché sono sempre attuali. Marco Cominazzi, uomo pratico perché attivo nella lavorazione delle armi in quel di Gardone, animato da un’autentica passione didascalica, sa bene di non poter competere con gli studiosi che nella letteratura, a partire dal grande Agostino Gallo, hanno parlato della economia dei campi e dei miglioramenti nella cura del suolo. Da questi accenni si comprende bene che Marco Cominazzi non è da annoverare tra i contemplativi od i teorici del pensiero; egli scrive sull’onda della convinzione che l’uomo sia vocato al progresso e che le risorse, come quelle offerte dal bosco, possano diventare il volano per il suo miglioramento economico, comunque un bene da non disperdere ma da curare con intelligenza, parsimonia, attenzione e con giuste abitudini per far fruttare meglio questo giacimento prezioso. Questi due manoscritti sono squarci di storia locale che inducono a riflettere e sono anche un implicito invito a considerare meglio le regole della natura. Leggendo bene il testo ognuno troverà modo di colmare qualche curiosità e risposte a molte domande. Chi è interessato a conoscere le fasi della liquefazione del materiale ferroso nei forni fusori ottocenteschi o quelle dell’approntamento delle canne dei fucili a Gardone resterà soddisfatto per l’abbondante trattazione delle materie. Chi invece vorrà limitarsi ad approfondire regole antiche nello sfruttamento dei boschi, incontrerà moltissime notizie utili per l’arricchimento dell’esperienza personale. Ma anche chi non è interessato a particolari richieste, leggendo questo lavoro di Marco Cominazzi, condurrà un piacevole e stimolante viaggio in un mondo che in buona parte non c’è più e si porrà in ascolto del buon senso antico dato da una pratica millenaria e da sperimentazioni condotte dagli uomini che con la natura hanno intessuto un lungo rapporto e nella natura hanno vissuto un saggio equilibrio che ha permesso di consegnare ai nostri travagliati e spesso immemori giorni una scienza collaudata e preziosa. La trascrizione dei manoscritti, lasciati volutamente nella loro originale stesura, non è quindi un semplice atto di archeologia storica, ma è l’occasione per condurre una riflessione a tutto campo sull’utilità del bosco oggi, in un tempo nel quale l’intelligente rispetto dell’ambiente e delle sue inderogabili regole s’impone non solo come un bene paesaggistico ma come una strategia obbligata di sopravvivenza per l’uomo.