Descrizione
Lo sforzo, prima culturale e poi organizzativo, dispiegato dagli organizzatori di queste mostre è notevole e meritevole di ogni sostegno e supporto.
Rispolverare le nostre radici culturali attraverso il riemergere di documentazione di antica formazione è sempre un’iniziativa che, per chi come me è fiero del proprio paese e del proprio territorio, accolgo con favore.
L’Istituto di Studi Locali di Manerbio ha in passato operato con profitto sulla realtà manerbiese.
Ora si cimenta, con gli amici del mensile La Pianura, in un raggio d’azione più vasto che abbraccia le realtà circonvicine.
La scelta di allagare lo sguardo agli altri campanili è doveroso poiché, pur riconoscendo a Manerbio il ruolo di centro motore della pianura centrale, gli altri paesi sono altrettanto degni di analisi storica e di attenzione.
Questa iniziativa che si sviluppa su due distinti momenti ha, per l’appunto, il pregio di coinvolgere realtà che hanno in comune con Manerbio parecchi fattori.
Primi fra questi la cultura, la omogeneità delle tradizioni e dei modus operandi.
E tutto questo lo si riscontra nel materiale delle mostre.
Ma torniamo ai momenti organizzativi che sono degni di attenzione.
Il primo è riferito alla contemporaneità di ben sei mostre che si tengono a Bassano, Cigole, Manerbio, Offlaga, Pontevico e San Gervasio sullo stesso tema dal 2 maggio al 7 giugno 2009.
Il secondo è inerente alla mostra che si tiene al castello di Padernello dal 29 maggio al 31 luglio 2009.
Dove sta la differenza tra le mostre che si tengono nei paesi e quella che si tiene a Padernello?
Sta nel fatto che a Padernello sono esposti gli originali dei disegni più rappresentativi e significativi del nostro territorio, con una iniziativa che viene realizzata per la prima volta.
La possibilità di ammirare da vicino mappe e rappresentazioni grafiche che datano dal Seicento fino all’Ottocento è occasione più unica che rara.
E di questo si può essere solo grati agli organizzatori.
L’altro aspetto che completa il discorso sul disegno è quello relativo alla fotografia.
Anche in questo caso si tratta di rispolverare i nostri fotografi, i fotografi della bassa che tanto hanno contribuito a formare ed a consolidare una memoria condivisa.
Far riemergere dall’oblio figure importanti della nostra fotografia, segnatamente Fausto Moretti, è operazione culturale fondamentale.
Su questo piano è prioritario dar corso ad una ulteriore iniziativa.
Così come gli archivi pubblici conservano diligentemente e con cura i documenti del passato, è altrettanto indispensabile che si acquisiscano gli archivi ancora esistenti dei nostri fotografi.
Solo così si realizzerà la saldatura tra disegno ed immagine che è, per l’appunto, il tema delle mostre.
(Giampaolo Mantelli)