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Emilio Arduino

Brigata Perlasca – Ristampa anastatica dell’edizione del 1946

12.00

Categoria:
Formato: 120x180x15 mm - pp. 246 - illustrato - copertina con alette plastificazione opaca
Edizione: 2011
ISBN: 978-88-8486-489-5
Product ID: 2213

Descrizione

Il partigiano Giacomo
Quando la nostra insegnante di italiano ci propose di leggere il libro di Emilio Arduino Brigata Perlasca (stampato nel 1946) e di trascriverlo sotto forma di libro informatico per il sito del Liceo Fermi di Salò, rimanemmo inizialmente un po’ perplessi. Ci bastò però leggere le prime pagine del testo in questione per capire che valeva davvero la pena accogliere questa proposta, perché l’autore, narrando vicende e trattando temi propri della vita partigiana in uno stile sobrio e antiretorico, sapeva arrivare direttamente nell’intimo del lettore, quasi a voler scalfire quell’indifferenza a cui spesso oggi si è tentati di abbandonarsi e che non è ammissibile per chi ha visto la morte, le sofferenze, la crudeltà di uomini su altri uomini.
Questo libro è coinvolgente anche perché parla della nostra terra, delle sue magnifiche montagne, quali la splendida Corna Blacca, che, con i suoi anfratti, è stata testimone del sorgere del movimento per la libertà e degli spostamenti notturni dei partigiani. Parla della nostra gente e del suo carattere schivo e riservato, ma contraddistinto anche da coraggio, tenacia e generosità. Soprattutto questo testo parla di giovani più o meno della nostra età, divenuti anzitempo adulti a causa degli eventi bellici, tuttavia rimasti ragazzi nel cuore, del tutto simili a noi nell’amare lo svago, le ragazze, l’incontro con gli amici, gli affetti. Entusiasmo, determinazione, coraggio, ma anche romanticismo e persino ingenuità giovanili caratterizzano le loro storie.
Nel libro sono presenti riferimenti alle azioni di molti partigiani, alcuni dei quali ancora viventi, che abbiamo avuto il piacere di conoscere e di intervistare, come nel caso del comandante del distaccamento “Fiamme Verdi”, nella zona di Pertica Bassa, Carlo Mombelli (Renato), del comandante della Brigata Perlasca Ennio Doregatti (Toni) e del dottor Marco Passega (Spig), compagno di lotta del professor Arduino.
Ascoltare, quando è ancora possibile, la diretta testimonianza degli ex partigiani è per noi giovani una grande opportunità, che contribuisce a non lasciare che si disperda il senso profondo della loro azione.
Leggendo e trascrivendo il libro Brigata Perlasca abbiamo capito che la Resistenza fu un grande incontro di italiani nel sacrificio e nella lotta: incontro soprattutto di classi sociali, dal momento che nelle formazioni partigiane combattevano fianco a fianco l’operaio, il professionista, lo studente, la donna, il contadino, tutti animati da un grande desiderio di pace, di una vita più garantita, più giusta, imparando a conoscersi in modo nuovo nella democrazia dei rapporti.
Resistere al fascismo e al nazismo per i “ribelli” fu una necessità, una rivolta dell’intelligenza e della dignità umana contro la brutalità della dittatura; fu una scelta di libertà di singoli uomini a tu per tu con il pericolo, con la morte, per un cambiamento reale e per consentire alle generazioni future di godere della giustizia e della pace. Oggi siamo abituati a vivere nella libertà e siamo così portati a credere che tutto sia ovvio; molti ragazzi si lasciano anzi attrarre dalla noia causata dalla crisi dei valori e si scordano che, non molti anni fa, altri giovani hanno pagato con la vita la ricerca della democrazia. Da qui l’importanza di leggere e divulgare libri come questo di Arduino, che ci aiutano a conoscere a fondo il nostro passato, perché un Paese senza memoria è destinato a ripetere gli errori e gli orrori di chi ci ha preceduto.
Tramandiamo allora questo libro, che unisce il passato al presente, alle future generazioni di studenti con la speranza che, come noi, anch’essi facciano proprio il messaggio morale da esso trasmesso e si impegnino a rispettare e a difendere sempre e ovunque tutti quei valori di tolleranza, di libertà e di pace che rendono grandi i popoli.
Nicola Galvani