Descrizione
L’intenzione che ci ha mosso a scrivere questo libro nasce dalla volontà di continuare la conoscenza dell’altro oltre la normale prossimità con la quale si attuano in genere le relazioni tra persone. Conosciamo Mirella da diversi anni, la conosciamo perché ama disegnare e come noi ama passeggiare nei territori dell’arte, respirarne l’aria che la fa star bene. Anche se non ha grande importanza, tanto per essere chiari, Mirella è una ragazza affetta un’alterazione cromosomica che non le impedisce di realizzare immagini, preferendole ad altre forme di comunicazione, e di prediligere l’attenta osservazione di ciò che la circonda. Quando lei si trova nelle condizione ideali il mondo sembra essere una sequenza continua di particolari da scoprire, con la vista, con il tatto e con l’odorato. I sensi sono continuamente sollecitati dall’attitudine più spiccata di Mirella: la curiosità che spesso si traduce in disegni. In questo singolare lavoro, almeno per noi, i commenti e le riflessioni che ne scaturiscono non hanno un’area precisa di appartenenza, ciò che esce dalle descrizioni, dai ricordi dei genitori o dall’esperienza dello psicologo si intreccia inevitabilmente con le nostre riflessioni e i commenti ai disegni. Le interviste e le letture dei lavori di Mirella, si avvalgono delle osservazioni sulla sua vita raccontate dalla madre Elisa e dal padre Francesco, e dall’esperienza relazionale tra Mirella, il dottor Croce e gli scriventi [OsservatorioinOpera – Piero Almeoni, Paola Sabatti Bassini].
Questo libro non ha l’intenzione di dimostrare nulla in particolare, vuole forse offrire la possibilità di un viaggio non comune, condotto con mezzi insoliti, nella conoscenza di un altro che lo si vuole differente in quanto dotato di una grande singolarità e non per gli accidenti che la vita riserva ad ognuno di noi. Potremmo dire che è un omaggio a Mirella, ragazza di straordinaria sensibilità che va oltre la natura sensibile e delicata delle persone affette da trisomia 21. Mirella sa rallentare il tempo per poter osservare, scrutare e disegnare, lo rallenta per sé e per noi che le stiamo accanto, cosicché i nostri pensieri si quietano, si distendono linearmente per comprendere la straordinaria semplicità dei suoi disegni, frutto di sintesi. In genere le strade seguite dalla psichiatria non convergono con chi si occupa d’arte persino quando hanno a che fare con un problema comune, poiché i loro scopi e metodi nella gran parte dei casi sono sempre stati radicalmente diversi. “Per colpa di Mirella” noi abbiamo sperimentato empaticamente una dimensione che accomuna visioni differenti attraverso una disposizione comune, perché per avvicinarsi a Mirella bisogna farsi leggeri, accorti e attenti. Questo percorso di vita a più voci intorno a Mirella è per noi il metodo processuale con il quale il fare artistico si dovrebbe misurare.
II nostro esserci in quanto artisti non ci impedisce di esserci in quanto persone, e se prevalgono gli strumenti della cultura artistica nella loro capacità di indagare la realtà è perché sono quelli a noi più congeniali e che conosciamo meglio. Crediamo che la stimolazione che proviene dall’esperienza profonda dell’arte possa produrre una trasformazione anche nella vita di tutti i giorni.