Descrizione
Quattro commedie in dialetto bresciano dedicate al Natale, o meglio alla vigilia della Festa: poiché è nell’attesa che si consuma di più la gioia, è nel tempo precedente che lo spirito si prepara, aprendosi per chiudere i conti sospesi con gli altri.
Maria Filippini riesce a fondere perfettamente linguaggio e contenuto, l’uno non potrebbe essere senza l’altro, esalta la capacità straordinaria di resa semantica del dialetto, donandoci un testo in grado di cogliere anche le più riposte sfumature psicologiche dei personaggi.
Troviamo in queste pagine un’ampia carrellata di tipi umani, incontriamo via via il curioso e il superbo, il buono e il geloso, l’antipatico ed il pettegolo, lo zuccone e l’ingenuo, tutti collocati in un tempo, il Natale, ed in uno spazio, l’interno delle mura domestiche, che sembrano coralmente richiamarci al raccoglimento e all’attenzione verso la parte più intima di ognuno di noi perché è proprio lì che possiamo trovare il “tempo” e lo “spazio” per misurarci con i nostri limiti e le nostre debolezze per poi un giorno poterle superare.
C’è sempre la possibilità di un lieto fine, sembra suggerirci Maria Filippini. Così, in “Èl miràcol de Nedàl”, il buon cuore di una coppia insegna a due ricchi genitori l’umiltà verso i figli. In “La cua dela stèla cometa” la generosità di due donne redime una superba pentita. Ne “La vigilia de Nedàl” l’ingiustificata gelosia riceve una lezione. Nell’ultima commedia, “A sèt agn s’è pötei a setanta s’è mò chèi”, due amici che avevano litigato (per la politica poi…) ritrovano l’armonia mercè l’arguzia di una giovane di buon senso.
Tutto ciò a Natale e dintorni. E il resto dell’anno? Ad ognuno la sua personale risposta.