Descrizione
La nostalgia della terra natia è un richiamo affascinante poiché si rivivono i giorni della giovinezza, si ritorna bambini. Le sagre di paese sono un richiamo irresistibile. E riaffiorano i colori, i sapori, i giochi, la malinconia.
Le radici affondano negli animi degli emigranti che vogliono lasciare la loro impronta nel tempo, così come avviene nel racconto “L’avvenimento”…
C’è poi il dolore per la morte che si esprime nelle forme e negli aspetti più strani. Nord e sud vivono la morte e “Il funerale”, in un modo completamente diverso. Ma il dolore esteriore non è sempre intensità di sentimenti. Così anche la morte aiuta a comprendere noi stessi. Le avversità della vita sembrano accanirsi inesorabili verso le anime sensibili. La speranza sprona sempre verso l’amore ma le calamità sociali stroncano ogni illusione.
“La crociera” attraverso paesaggi stupendi: Barcellona, Palma, Palermo, Cartagine; è l’occasione per festeggiare la fine e la nascita di un anno… ma anche per la conclusione di una vita e di un amore.
I figli cresciuti con troppo rigore, come vuole “Zio Pasquale”, diventano facilmente vulnerabili e sono preda di manifestazioni aberranti, che portano a reazioni di ribellione ed odio causando a volte drammi personali e famigliari.
L’incredibile avventura di un milanese a Napoli, mette in luce la genialità del vivere quotidiano, il raggiro, lo sberleffo, “il bidone” ma anche la cordialità spontanea di un popolo genuino ed appassionato.
Situazioni paradossali che sconcertano ma fanno anche sorridere. Il viaggio è anche un memento di riflessione e di scoperte inebrianti: il Vesuvio, gli scavi di Pompei, Ischia, il mare…
Bello, forte, a volte scontroso, il giovane “Nicola” è il frutto di un amore contrastato tra una borghese timorosa ed un aitante sensale di bestiame. Egli non ha un mestiere e quindi non ha un futuro. Le ragazze lo ammirano ma lo sfuggono, lui non è uomo da maritare! Si arruola quindi volontario e parte per la Somalia. Al suo ritorno, la sua ragazza è scappata con un altro, Nicola allora si lascia vincere dalla tristezza e dall’apatia, si ubriaca spesso per dimenticare.
Seduto al bar Alfonsina racconta e rivive la sua avventura in Africa, circondato da uno stuolo di ragazzini che ascoltano trasognati. Narra dei luoghi bellissimi, della guerriglia, degli usi e costumi di quella gente e delle ragazze bellissime con cui ha avuto esperienze che racconta con dovizia di particolari…
Poi la situazione precipita, a soli 24 anni, egli si ammala gravemente e viene ricoverato all’ospedale di Napoli. Lì muore con un sussulto di nostalgia per l’Africa cui va il suo ultimo ricordo.