Descrizione
“Questa è semplicemente la mia storia. Non ho la pretesa, con essa, di consigliare, di insegnare o di spingere qualcuno a comportarsi come me. L’unico consiglio che desidero davvero dare è di cercare e riconoscere negli altri l’angelo; quella parte che ognuno ha dentro di sé che sa di buono e che ci può aiutare”. Ha trovato l’uscita e ciò che la meraviglia e la stupisce è la luce rivista di una volta, la riscoperta di una normalità luminosa. giaceva in una palude d’inquietudine, infastidita dal chiaro e dallo scuro, spinta su un crinale dove l’atrocità non consiste nel pericolo di cadere, ma nella certezza di possedre una vertigine duratura quanto la profondità del baratro. Il libro è la spiegazione della mappa della sofferenza di una donna, l’uscita di sicurezza dalla ragnatela nevrotica, il ringraziamento al Signore per il tramite di una scrittura felicemente sincera. La donna dice: “Ce l’ho fatta e scrivo per avvertire chi ancora non ce l’ha fatta che gli accadrà di uscirne, di resuscitare al mondo, di venire avanti, alla maniera che è capitata a me. Improvvisamente”.
Improvvisamente significa che un minuto prima eri nell’inferno e un minuto dopo nel normale paradiso terrestre con in nostri tramonti e i nostri camposanti, i corridoi e i nostri fiumi. Il nostro normale venire avanti e improvvisamente arrestarsi. Il racconto è l’indicazione di un lato fondamentale della libertà. La libertà dalla prigionia del male oscuro.