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A cura di: Giannino Magli

Pittori dell’Est – Bielorussia e Unione Sovietica

25.00

Categoria:
Testi: Raffaele De Grada - Marzio Dell'Acqua
Prefazione: Fausto Consoli
Fotografie: Lorenzo Conti
Formato: 230x260x10 mm - pp. 112 - illustrato colori - copertina semirigida con alette lunghe plastificazione opaca
Edizione: 2007
ISBN: 978-88-8486-281-5
Product ID: 2286

Descrizione

Negli ultimi anni, nel rinnovato interesse per ciò che è stata la produzione di arte figurativa in quell’immenso paese che è stata l’Unione Sovietica, si è venuta delineando una situazione che deve essere chiarita senza riserva. In ogni parte dell’ex Unione Sovietica i pittori, conosciuti e celebrati oppure nascosti all’opinione pubblica internazionale, hanno continuato a produrre in modo privato paesaggi e soggetti tradizionali accanto ad opere “ufficiali” che rientravano più o meno, specialmente dopo la soppressione del Vkhutein (l’istituto d’Arte e Design di Leningrado, 1932), nell’ambito di ciò che è stato detto il “realismo socialista”.
Come primo punto di serio orientamento culturale per giudicare l’arte del nostro secolo in Russia bisogna risalire all’azione esercitata dal Mir Isskustva (Il Mondo dell’Arte), rivista pietroburghese finanziata dall’industriale Mamontov e favorita dalla principessa Maria Teniseva che accoglieva gli artisti che si ispiravano alle idee della rivista, nella sua proprietà di Talaskino. Senza il favore dei grandi industriali e degli aristoratici non avrebbe preso corpo una comunità di artisti che hanno contato nel panorama russo. Già Savva Mamontov nel 1875 aveva riunito i pittori detti “ambulanti” (Peredvizniki) cioè i realisti sociali dell’Ottocento, nella sua tenuta di Abramtsevo.
Non è senza significato che gli artisti si riunissero in luoghi della grande campagna russa, fuori dalla mondanità e dagli stimoli del commercio, nell’ispirazione diretta della natura, confortarti ad un’etica di arte autonoma e pura. Essi, tuttavia, si tenevano informati degli sviluppi dell’arte in Europa proprio grazie alle esposizioni annuali di arte moderna occidentale che si tenevano a San Pietroburgo e a Mosca grazie a Mir Isskutva e che accoglievano le proposte più innovative dell’arte occidentale, specialmente francesi. Queste conoscenze sollecitavano una sperimentazione che, negli anni precedenti la rivoluzione, presero anche un aspetto effimero, in rapida successione di tendenze e di stili, cosa che del resto nel periodo non è esclusiva dell’arte in Russia, basta pensare agli stessi rapporti che ebbe lo stesso futurismo italiano con il movimento dell’Avanguardia russa (la visita di Martinetti in Russia, i suoi contatti con Davide Burliuk)…
(Raffaele De Grada)