Descrizione
La vicenda umana e artistica di Girolamo Battista Tregambe è sorprendente. Una vita fatta di fatica, trascorsa dapprima nel duro lavoro delle cave di marmo di Botticino e dedicata poi alle lastre di rame sulle quali, curvo con il bulino in mano, ha passato tanti anni in cerca della perfezione.
Una vocazione per le arti figurative, la sua, arrivata in età matura e approdata, dopo la pittura, all’incisione, quasi come un fiume sotterraneo le cui bellezze, prima nascoste, emergono e si fanno improvvisamente evidenti a tutti.
Nelle sue opere è presente, spesso, la campagna bresciana. Un “paesaggio della memoria”, a tutti noi caro, che Tregambe riesce a descrivere con estrema attenzione ai minimi dettagli e con un grande senso degli spazi.
La neve, la brina, gli uccelli, i fiori, l’atmosfera dei campi al mutare delle stagioni entrano magistralmente nei suoi lavori e ci permettono di ritrovare quel contatto intimo con l’ambiente naturale dal quale le profonde trasformazioni della modernità sembrano volerci irrimediabilmente allontanare.
È una poetica, quella di Girolamo Battista Tregambe, che si nutre di genuinità schietta, direi quasi “contadina”. E, forse proprio per questo, nobile e alta. Non si perde nella didascalica riproduzione della realtà ma la fa vivere e la nutre, riuscendo così, magicamente, a far coesistere lirismo e perizia tecnica.
Importante ricordare che, all’ingresso del salone Vanvitelliano di palazzo Loggia, è conservato uno splendido saggio della sua maestria: il trittico da lui realizzato per il centesimo anniversario dell’Altare della Patria, una copia del quale è stata donata nel 2011 al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Non vuota retorica ma un esempio della grande sensibilità, anche civica, che Tregambe ha infuso nella sua opera. La stessa sensibilità che ritroviamo, oggi, nei lavori raccolti in questo catalogo.