Descrizione
In piedi, con coraggio e speranza.
Sono trascorsi ventisei anni da quando, vincitore di un concorso ordinario nazionale, ho ricevuto la nomina a preside della scuola media di Trenzano.
Un soffio. Sono stati anni senza assenze, che ho percorso con impegno per una comunità da cui mi sono sentito accolto e che, nel contempo, anch’io avevo accolto dentro di me.
Un incontro. Un incontro fecondo nella concretezza di un rapporto di crescita nell’interesse delle giovani generazioni.
A Trenzano avevo ritrovato il paese di quando ero bambino, un paese immerso in una campagna vasta a perdita d’occhio, piatta, quieta, cullata dalle stagioni. L’erba, gli alberi, le risorgive, il cielo dentro e fuori i cortili, le aie nel silenzio dei meriggi sembravano resistere, con le loro atmosfere, all’arrivo del cambiamento.
Il cambiamento. Sono rimasto sempre a Trenzano, ma la scuola non è sempre stata “soltanto” la scuola di Trenzano, anzi ha continuato a cambiare. Ha cominciato il provveditore Nino Santilli, dopo un paio d’anni: “Preside, le accorpo Roccafranca. Così fa da battistrada. Le scuole piccole sono destinate a scomparire. Così è tutto sistemato anche per lei”. Dopo qualche anno ecco, invece, un nuovo accorpamento: la scuola media di Comezzano-Cizzago veniva staccata da Castelcovati e aggiunta a Trenzano. Erano tre classi, ora sono sette. E quanta fatica, in quei tempi, per “salvare” questa sede inventando il tempo prolungato per darle una consistenza numerica di docenti!
L’autonomia. Con l’arrivo dell’autonomia giunge un nuovo assetto, sempre “orizzontale”: uno strano aggettivo per dire che stiamo parlando sempre di scuole medie. A Trenzano vengono accorpate le scuole medie di Castrezzato, Lograto-Maclodio e Comezzano-Cizzago, mentre Roccafranca viene assegnata a Rudiano.
Sogno verticale. Dopo alcuni anni, nonostante i risultati positivi conseguiti, le scuole si strutturano su un assetto “verticale”, cioè quello degli istituti comprensivi, che raggruppano scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Ed ecco costituirsi, nell’anno scolastico 2006-2007, l’Istituto Comprensivo di Trenzano che raggruppa la scuola secondaria di primo grado di Trenzano e quella di Comezzano-Cizzago, le scuole primarie di Trenzano, Cossirano e Comezzano-Cizzago e la scuola dell’infanzia di Cizzago. E così torno un poco bambino. L’età ormai è avanzata e si incanutisce. Infatti, insieme ad altri libri, comincio a scrivere fiabe e filastrocche. I più piccoli sono un tesoro. Quando li incontri stai proprio bene.
L’addio. Dopo il rodaggio dei primi anni ed il lungo percorso successivo, ecco l’arrivederci, anzi l’addio. È faticoso, anzi doloroso, ma il mio tempo qui è passato: ora tocca ad altri. Ringrazio tutti per la collaborazione avuta. E anche per quella non avuta, perché mi ha messo alla prova obbligando ad interrogarmi sulla bontà dei percorsi che stavo per intraprendere.
Come si fa a raccontare 26 anni di impegno, di passione educativa? Le iniziative attuate con i docenti sono state numerose. Non le elenco. Un resoconto non esaustivo si trova nelle pagine successive. Ne ricordo una singolare dell’inizio, di cui sono ancora molto fiero ed a cui mi ero affezionato: l’allestimento di un laboratorio fotografico dove si sviluppavano negativi e fotografie. Aveva una sua magia mostrare l’incanto di un’immagine, che sembrava prendere forma su una carta lambita dall’acido adatto. Oggi ci sono numerose lavagne interattive e siamo entrati nell’era digitale. Anche gli alunni si sono moltiplicati: su mille o poco meno, un quarto o poco più è composto da extracomunitari. Ma tutti, ormai, siamo diventati un poco stranieri nei paesi dove abitiamo e, forse, lo siamo anche dentro noi stessi. Il cambiamento dal dopoguerra ad oggi è stato tumultuoso, vertiginoso, invincibile. Però cerchiamo di sorridere ed essere ottimisti. Per sopravvivere bisogna cambiare. In meglio. In questi anni ho ricoperto numerosi incarichi per il Provveditorato agli studi: da direttore dei corsi di formazione per docenti nell’anno di prova o di aggiornamento anche su base provinciale, a reggente di altre scuole come la scuola media di Orzinuovi, Orzivecchi, Pompiano, Villachiara e, poi, di Travagliato, Torbole-Casaglia, Berlingo; da referente provinciale per l’educazione ambientale, nomina che mi è sempre stata confermata da tutti i Provveditori agli studi (Nino Santilli, Antonio Zenga, Giuseppe Colosio, Mariarosa Raimondi) alla collaborazione con l’Università Cattolica sulla stessa tematica, per citare i più importanti, fino alla partecipazione alla fondazione dell’Associazione Scuole Autonome Bresciane. E chissà cos’altro che non ricordo. Le numerose pubblicazioni, che ho curato per la Scuola su molteplici e feconde iniziative didattiche, il cui merito va ai docenti, rappresentano uno degli itinerari di “consapevolezza” che ho cercato di tracciare anche con l’aiuto dell’immaginazione creativa di Oscar di Prata, un caro amico che mi è sempre vicino anche dopo la sua scomparsa.
Dimenticavo: chiedo scusa delle mie manchevolezze. E non è retorica. Del resto, chi non ne ha? Comunque, mi sembra che lungo il cammino che ho compiuto ho sempre cercato di stare in piedi. Con coraggio. E speranza. E, di stare in piedi con coraggio e speranza, lo auguro di cuore a chi verrà dopo di me nel sorriso dei ragazzi che non inganna mai. E ora facciamo un girotondo tutti insieme tenendoci per mano. Vorrei uscire dalla scuola senza farmi “accorgere” da nessuno, mentre continuate a cantare e ballare. Ho voluto bene a tutti. Anche a chi non se n’è accorto.
Il dirigente scolastico prof. Giovanni Quaresmmini