Descrizione
Il jazz si propone come una musica che cambia e che cresce, contamina altri generi e altre forme di musica, si lascia a sua volta contaminare, essendo capace di andare oltre: oltre l’orizzonte, oltre il codice, oltre la linearità.
La teoria che meglio la rappresenta fa riferimento ad un conflitto, un conflitto sul piano della conoscenza che mette insieme l’indecidibilità dell’inatteso, la curiosità per il nuovo, la motivazione per la sfida che muove la ricerca e spinge alla costruzione di nuovi significati.
Da una parte tale conflitto si traduce nella possibilità del pensiero divergente che, pur partendo da abilità e conoscenze condivise, raggiunge risultati innovativi e originali; in questo caso è la risposta creativa dell’arte intesa come ricerca instancabile dei codici e dei linguaggi che servono a elaborare, in modo nuovo, messaggi diversi, o a giungere, secondo nuovi percorsi, alle stesse mete.
Dall’altra il conflitto si ripropone in modalità che non sono mai uguali a se stesse, nel movimento del farsi e del disfarsi che segue ritmi non lineari, soggettivi, paradossali; in questo caso “cuore” non fa mai rima con “amore”, ma piuttosto con “passione”, con “contrasto” e persino con “esasperazione”.
È stata definita come musica ad andamento non lineare, significante non sempre coeso con un significato non sempre condiviso; utilizzata per parlare di sé, della cultura, del mondo, seguendo percorsi autonomi che si sono fatti stile, linguaggio, forma estetica raffinata capace di coniugare, nel tentativo artistico della comunicazione, il sé e il contrario di sé.