Descrizione
Se la cifra che sta alla radice di ogni nostalgia è l’anima straniera sulla terra, è il desiderio di un ritorno a pensieri, cose e luoghi, familiari e riconoscibili…, per uscire dalla nostalgia a tali luoghi “dobbiamo” tornare; tali luoghi noi dobbiamo riconquistare.
Luoghi che, vissuti da libri, carte e soprattutto uomini che hanno fatto la nostra storia, conoscono “confini” e limiti, divengono, come scrive Eugène Minkovski, “spazio vissuto” e “tempo vissuto” per cui, “umanizzandosi e caricandosi di affetti e memorie, intimità e prossimità trovano in essi il loro posto.
Scrive Umberto Galimberti che “abitare non è conoscere, è sentirsi a casa, ospitati da uno spazio che non ci ignora, tra le cose che dicono il nostro vissuto, tra volti che non c’è bisogno di riconoscere perché nel loro sguardo ci sono le tracce dell’ultimo congedo”.
La forza, la “venerabilità” della tradizione non sta nel suo esser stata, ma nel suo esser riassunta, nel suo esser ripresa e riguadagnata, sì da perdurare nell’oggi.