Descrizione
Rina Soldo, nata a Chiari nel 1899, è certamente l’artista internazionale che più di altri ha saputo appartenere al concetto di modernità; ha saputo frequentare i luoghi cardine del nuovo processo d’avanguardia che lentamente si stava dipanando nella Milano del primo Novecento, sino a Venezia, dove abitò per diversi anni, Parigi e poi i Paesi Bassi; luoghi cari all’arte moderna e che la Soldo seppe respirare e trasporre con un carattere del tutto personale.
L’artista clarense dai primi anni Venti del Novecento decise di recarsi sulle miti sponde del lago di Garda per determinare quello che poi realmente diverrà un successo artistico. E come non ricordarla, a venticinque anni dalla sua scomparsa quando ancora i detriti di una critica quasi mai attenta sulla sua figura stentano ad uscire ingannando, così, la sua reale dimensione umana e artistica.
Più di centocinquanta opere, che rappresentano solo una parte della vastissima produzione della pittrice, vengono presentate in questo prestigioso catalogo.
Con Rina Soldo il pensiero s’avvolge nella leggera ebbrezza fatta di paesaggi ed annotazioni pittoriche che narrano del suo tempo e dello stupore di fronte alla natura che annida e suggerisce poesia e serenità.
Tema fondamentale dell’opera della pittrice è il paesaggio: non quello di maniera, ma quello colto dal vivo quando una particolare luce emoziona e commuove.
Ecco allora tele su Venezia, Milano, i paesi delle Fiandre, poi c’è il capitolo francese, opere più “locali”, tele dedicate alla montagna… Avendo trascorso gran parte della sua vita tra Gardone e Barbarano, Rina Soldo ha saputo cogliere lo spirito del nostro lago nei suoi quadri fatti di contemplazione e struggimento.
Ancora oggi restiamo senza parole di fronte al silenzio che ci sanno comunicare quando l’immagine dell’uomo non compare e soltanto le cose vivono come in un grande scenario.
Il Garda raffigurato nelle sue opere non è il lago sfavillante che appare al turista, ma quello intimo, tranquillo, fatto di trasparenze e vapori nei quali le immagini si stemperano facendoci uscire dal quotidiano. Il lago diventa con lei il “paese dell’anima”.