Descrizione
Fotografie per tutti, fotografie di pochi.
Angoli forse dimenticati, e poi indimenticabili. Scorci di Rezzato e di Brescia cristallizzati in un’eternità fotografica che diventa una testimonianza artistica della nostra storia. Inquadrature di paesaggio indefinito e dettagli che, con eguale importanza, si imprimono nella memoria di chi osserva, fino a sovrapporsi con forza al reale e poi addirittura a sovrastarlo. Sono reazioni emotive naturali di fronte agli scatti di Raffaele Paletti, un nome che da sempre a Rezzato è sinonimo di arte fotografica.
Eppure, quando Raffaele ha cominciato la sua attività, negli anni Cinquanta, il possesso di una macchina fotografica professionale era in Italia privilegio di pochi, e di pochissimi la possibilità di sviluppare la pellicola; oggi, al contrario, viviamo in un’epoca figurativamente sovraesposta, in cui la rivoluzione digitale ci ha inondato di immagini artificiali, e si filma ogni momento della vita quotidiana, con crescente qualità tecnica di riproduzione.
Tale diffusione indifferenziata, certo democratica, non ha tuttavia accresciuto la qualità artistica degli scatti e ha reso realtà i timori che Italo Calvino aveva manifestato ne “Gli amori difficili” (un bel libro del 1970), e cioè che sarebbe arrivato il tempo in cui qualcuno avrebbe ritenuto che “per vivere veramente bisogna fotografare quanto più si può, e dunque vivere in modo quanto più fotografabile è possibile, oppure considerare fotografabile ogni momento della propria vita”.
Il vero fotografo, quello che sa documentare ma che possiede anche animo d’artista (e Raffaele Paletti appartiene senza dubbio a questa categoria), sa scegliere: non tutto merita di essere fotografato, egli lo sa bene, ma tocca a lui rendere speciale ogni cosa che fotografa.
I “paesaggi di luce” di Paletti abbagliano con la loro bellezza, costringono la realtà a rincorrere una riproduzione che ne ha colto la magia di un momento forse irripetibile (atteso con pazienza tra albe, tramonti, rugiade, piogge, nebbie e repentini cambiamenti climatici), l’ha interiorizzata e la restituisce, immutabile, allo sguardo di chi se ne voglia far rapire, di chi le si voglia concedere senza remore. C’è molto Raffaele in questi scatti, che non sono che la minima parte del lavoro di una vita, ma che egualmente rendono l’idea del tutto: c’è la sua personalità, la sua sensibilità, il suo essere un uomo che guarda alle cose con l’occhio del fotografo. E che quindi non trascura mai, quando posa il suo sguardo sulle cose, di visualizzare l’inquadratura migliore, l’angolazione corretta, la luce appropriata. Perché è un artista con tale senso dell’immagine da sapere non solo cosa fotografare ma anche, e sempre, come fotografarlo nel migliore dei modo o, forse, nell’unico modo davvero giusto, il suo. Questo volume antologico – fortemente voluto dall’Amministrazione di Rezzato e dalla figlia di Raffaele, Antonella, nel contesto delle celebrazioni del compleanno del nostro Comune, e realizzato grazie al contributo decisivo dei fratelli Marco e Franco Bonometti di Officine Meccaniche Rezzatesi – ne è testimonianza diretta ed efficace ad ogni pagina.
Mi auguro possa sorprendere e appagare tutti coloro che vi si accosteranno con curiosità, attenzione e disponibilità ad emozionarsi.
Enrico Danesi (Sindaco di Rezzato)