Descrizione
Ciò che rende singolare il Carnevale di Bagolino è l’adesione e il coinvolgimento di tutto il paese in una festa che è espressione della cultura, della storia, del carattere dei suoi abitanti e, in un intreccio di relazioni e sentimenti, diventa mezzo per trasmettere un’eredità complessa.
Per questo motivo, è particolarmente felice l’idea di valorizzare culturalmente il singolare Carnevale di Bagolino sostenuta dallo Studio d’Arte Zanetti, in cui si esaltano giustamente queste forme di appello a una creativa e non meramente reattiva opposizione alla patologia sempre in agguato: le forme congiunte e solidali del pensiero, del bello e della festa, cioè le forme essenziali della cultura. In effetti, l’impegno di Mario Zanetti, fondatore e direttore dello Studio, si muove originalmente in questa direzione, specialmente in quanto si pone l’obiettivo di promuovere iniziative culturali strettamente legate al proprio territorio, ma nella giusta convinzione che possano intessere legami più ampi, a livello nazionale e internazionale.
Del resto, come in termini economici si usa dire che un battito d’ali di farfalla all’equatore può provocare un uragano a New York, così possiamo ben sperare e ritenere che una bella mostra a Bagolino possa muovere e ossigenare anche le più lontane acque culturali.
Un gioco cromatico d’assieme, quello del carnevale bagosso, che proprio per questo è in grado di ospitare quasi con naturalezza l’opera di due artisti. Due artisti inseriti con precisa ragione, due artisti oltre tutto, tra loro diversissimi, ma che sullo stimolo del carnevale hanno lavorato con esiti davvero notevoli. L’uno, Antonio Stagnoli, essendo uomo dei luoghi, e dunque sentendosi appartenente alla realtà e alla storia di queste zone, e sentendo perciò la festa bagossa come normale evento annuale ed espressione centrale della cultura di questi monti; l’altro, Lamberto Correggiari, assorbito a sua volta da una realtà non di meno affascinante per lui in quanto nuova, e dunque ancora per lui da perlustrare nello spirito e nel dettaglio.
Non è affatto un esercizio museale, ma qualcosa che appartiene a una realtà culturale irrinunciabile e immutata nei secoli. L’arte, insomma, nel cammino delle sue forme espressive e dei linguaggi, muta, e anche profondamente, come dimostrano Stagnoli e Correggiari; ma la sostanza di queste tradizioni legate al territorio, connesse con la terra, non muta.