Descrizione
Nell’occasione in cui Brescia è, con Bergamo, capitale italiana della cultura, il Museo Diocesano ha voluto dedicare a Giacomo Ceruti il posto centrale fra tutte le attività culturali e artistiche della propria programmazione.
Il milanese, ma bresciano d’adozione, Giacomo Ceruti, ovverosia il Pitocchetto, soprannome che oggi si tende giustamente a sottacere, ma che negli anni Ottanta lo identificava in pieno.
E in effetti la produzione sacra del Ceruti, pur ormai studiata a più riprese, rimane meno nota rispetto a quei quadroni coi “pitocchi” e a quei numerosi ritratti di aristocratici e notabili, che lo hanno consacrato come uno dei massimi artisti del panorama artistico italiano, e non solo, del Settecento.
Una produzione sacra peraltro che, in particolare nelle opere camune e valsabbine, rimane assai modesta se confrontata con il resto dei suoi dipinti, ma che abbiamo comunque voluto esporre nella sua quasi completa interezza.
Ma Ceruti sacro non bastava. Abbiamo voluto calarlo nel contesto artistico bresciano col quale dovette confrontarsi e quindi accostare ai suoi dipinti quelli dei grandi maestri che inviarono opere nel nostro ricchissimo territorio e quelli degli artisti locali più rappresentativi, Cifrondi, i fratelli Paglia, Tortelli, che meglio seppero interpretare il nuovo clima culturale.
Il Museo Diocesano di Brescia che ha sposato questo progetto e ha scelto di presentare le opere negli spazi del ex-Refettorio del complesso di San Giuseppe, cercando in questo modo di riproporre quella magia espositiva di cui subì il fascino tanti anni or sono.