Descrizione
Non sempre gli insegnanti, i genitori, gli educatori e gli operatori del sociale o del sanitario che lavorano nelle scuole si confrontano rispetto ai loro vissuti, fatiche, soddisfazioni, doveri, compiti e funzioni e non pensano al loro ruolo come ad un “capitale sociale” che va sostenuto e condiviso.
In questo testo Marcello – nel mettersi a confronto con il suo essere stato studente e ora insegnante – li aiuta a pensare a nuovi modi di essere, agire e stare in relazione con i ragazzi e con la fatica che hanno di crescere, in un mondo che ha tanto da offrire all’esplorazione dei valori, ma che altrettanto risulta disorientante.
Un testo appassionato alla ricerca di un senso “buono” dell’essere insegnanti, pieno di suggerimenti e “comandamenti” sulle qualità che servono in una scuola dove si cresce: amore, autorevolezza, senso critico, coerenza, consapevolezza, creatività, sane relazioni, tanto affetto, capacità di dare sfogo e di gestire i problemi, le emozioni, lo stress, insomma le qualità dei saggi sulle quali tutti dovremmo sempre lavorare.
L’augurio è che – delle proposte contenute in questo testo – si possa farne tesoro in tanti: studenti, insegnanti, genitori, educatori, operatori dei servizi che si occupano di promuovere salute nelle scuole che, come Marcello, hanno a cuore il loro lavoro e la possibilità di convincere i ragazzi che ce la possono sempre fare a diventare delle belle persone.
Anna De Santi (Dipartimento di Neuroscienze Istituto Superiore di Sanità)