Descrizione
“Serve una scuola che offra meno risposte preconfezionate e stimoli più domande, che dia più voce agli studenti e li abitui a esprimersi, condividere e confrontare affinché le loro menti inizino a produrre invece di immagazzinare; che faccia vibrare i loro cuori, risuonare le loro menti e non li imbavagli, perché è dal mutismo morale, sentimentale e intellettuale che nascono i mostri della cronaca nera attuale.”
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“Mi chiedo se l’obiettivo della scuola attuale sia formare contenitori di nozioni e modelli preconfezionati o giovani consapevoli e quale tipo di adulto possa sbocciare in assenza di solide basi formative e di prospettive in un’Italia che arranca da ogni punto di vista.”
Per rispondere a queste domande l’autrice indaga il sistema paese e gli attuali contesti socio-famigliari ed educativi in cui crescono i ragazzi e che forniscono loro modelli valoriali e comportamentali. Ne esce un saggio denso di riflessioni e timori: i nostri figli non saranno in grado di inserirsi a pieno titolo nel mondo che li attende se la scuola li priva, come sta facendo, dell’adeguata istruzione.
Un’evidenza tanto amara quanto urgente, da cui scaturisce la richiesta di un’istruzione di qualità, perché questa qualità determinerà il ruolo – di vittime o protagonisti – che i nostri figli avranno nel mondo e nell’Italia a venire.
