Descrizione
Non ho inventato nulla; non ho immaginato personaggi, non ho creato trame.
Ho solo raccolto pagine scritte da un uomo a cui il silenzio andava ormai stretto.
Si firmava Urbano Cittadini – urbanista condotto; un nome reale, forse; oppure una maschera trasparente. Dentro quelle righe c’è l’eco della sua vita: ironia, fatica, solitudine e la testarda dignità di chi continua a resistere anche quando sa già di essere sconfitto.
Ho fatto la cosa più semplice e più difficile insieme: non ho aggiunto niente. Ho lasciato gli spigoli, le pause, le macchie, le frasi interrotte, le risate nascoste, i colpi di tosse improvvisi, i vuoti, le contraddizioni. Non ho corretto, non ho addolcito.
Perché a Urbano non interessava troppo l’attenzione. Voleva solo lasciare un piccolo segno, una scia fragile che dicesse: pur in disparte, c’ero anch’io.
Per questo, queste pagine non portano il suo nome. Portano il mio; che non dice nulla.
Io sono Miriam. Custode, non autrice.
Questo è il diario di un urbanista condotto.

