Descrizione
Con la mostra GAME<>CARE di Stefano Bombardieri, a cura di Anna Lisa Ghirardi, siamo giunti all’ultima esposizione diffusa sul territorio del nostro mandato, iniziato nel 2019. Quest’anno ci siamo concentrati sugli artisti più vicini al luogo d’Iseo, artisti territoriali, con i quali tessere relazioni e poter essere parte attiva nella divulgazione della loro ricerca.
Stefano Bombardieri, artista bresciano, era già stato presente sul nostro territorio nel 2012, sempre con opere monumentali, ora la sua ricerca si è arricchita: ne sono testimoni opere quali Nautilus, Trottola e La Forma e il Contenuto, collocate in scenari specifici nei quali si fondono come se fossero nate per quel luogo, donando e a loro volta ricevendo splendore, la mostra si arricchisce e prosegue nelle sale della Fondazione l’Arsenale, in cui per la prima volta sono visibili i progetti su carta e collage e alcune opere del primo ciclo di ricerca, che ben sottolineano la tematica giocosa e dadaista dell’artista. Quella che viene proposta è una visione a tutto tondo del mondo creativo dell’artista che ben sa cogliere e fondere le problematiche attuali nei confronti della natura, di cui l’uomo è in un certo senso causa, e le sue ispirazioni che nascono dal cinema o che omaggiano grandi artisti dell’arte contemporanea.
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Per Stefano Bombardieri l’arte è il luogo dove il gioco incontra la cura. Nelle sue opere è evidente la vena dadaista: si incontrano divertissement e sentimento del contrario. Le immagini leggere e giocose celano tematiche globali, come l’urgenza ecologica, oltre a questioni filosofiche e introspettive, quali la riflessione sul tempo e la sua percezione, l’esperienza del dolore, il binomio essere e apparire e più in generale il senso dell’esistenza.
Nella sua produzione tornano spesso grandi animali che ci riportano all’immaginario dell’infanzia: rinoceronti, elefanti, gorilla, balene… e non è un caso che i pochi esseri umani ad essere presenti nel suo zoo siano bambini. L’artista si rivolge infatti al bambino come fulcro di un possibile rinnovamento, individuale e sociale. Nell’opera Elefante con bambino/Omaggio a Colbert, traduzione scultorea di una fotografia di Gregory Colbert, un bimbo legge un libro ad un elefante: il libro rappresenta il sapere, l’elefante la memoria e la saggezza.
Per Bombardieri va cercata la potenza della fantasia come vera forza, tanto che nell’opera Elia e l’elefante il piccolo Elia riesce a sollevare il pachiderma. In tal senso, anche le cose difficili o impossibili, attraverso una diversa interpretazione degli eventi, possono essere affrontate con una nuova visione e un approccio divergente.
Il peso delle cose assume nella sua ricerca un significato emblematico, come si evince ne Il peso del tempo sospeso/Rino. Nella poetica dell’artista l’esperienza di sospensione è associata al dolore, alla paura e alla percezione di una dilatazione, o per inverso una contrazione, dello scorrimento del tempo. Titolo ricorrente nella sua produzione è infatti Il peso del tempo sospeso, espresso da un rinoceronte, un ippopotamo o un lottatore di sumo innalzati da terra. Bombardieri crea una metafora del luogo dell’attesa e dell’isolamento, mettendo in scena ancora una volta una visione figurata.
Nella sua iconografia non mancano nemmeno elementi estrapolati dal gioco, tra i quali il biliardino, il cubo di Rubik, la trottola, il nautilus, le montagne russe…