Descrizione
La prima volta che ebbi modo di conoscere la pittura di questo sacerdote fu tra le mura domestiche.
La mia mamma, originaria di Azzanello, è una lontana parente ed in famiglia si è sempre ricordata la sua figura essendo lui molto legato al suo paese natale, nel quale ritornava spesso.
La mia infanzia era avvolta da quei quadri che un po’ snobbavo ma nello stesso tempo me li ritrovavo ovunque.
Quante domeniche da piccola trascorrevo le mie giornate tra gli antiquari cremonesi dove i miei genitori acquistavano quelle opere!!!
E così passavano gli anni, io crescevo, maturavo, trovavo la mia strada, ma quei quadri erano sempre lì ad accompagnarmi nel mio cammino.
Ebbene, ora quel cammino prosegue insieme a questo pittore che ho imparato a conoscere e ad apprezzare. Non sono un’esperta o una critica d’arte, non sono un’addetta ai lavori ma ho scoperto come un pittore, con la sua arte, possa aprire gli occhi della mente e del cuore.
Ecco perché dopo tanti anni di studi e ricerche ho voluto questa “mostra – evento” ad Azzanello, per ricordare colui che attraverso la “luce” delle sue opere ha manifestato il senso religioso.
L’iniziativa è anticipata dall’intitolazione di una passeggiata che dal centro conduce al cimitero: un riconoscimento ad un pittore che ha lasciato un segno indelebile nell’arte del ’900.
L’artista, in qualunque forma manifesti la sua arte è sempre un poeta, e non può comprendersi fuori dall’ambiente in cui nacque, crebbe e mise a frutto il suo talento.
La poesia che si effonde dalle opere è sempre quella dell’ambiente del paese nativo, del focolare domestico, del babbo, della mamma, delle vie, delle case in cui ci muovevamo quando eravamo nell’età delle prime impressioni.
Ecco perché un artista, quando è vero, può non ritornare più al suo primo mondo, ma girare e conoscere una quantità di altri mondi vivendone pienamente la vita e intanto rimanere sempre coerente a sé stesso, cioè al suo Io che non si veste d’altro che di quell’ambiente.
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(Ilaria Fiori)

