Descrizione
Nel panorama artistico del secondo Dopoguerra, Paolo Scheggi si impone come una figura profondamente anomala e radicale. La sua ricerca si muove su un crinale affilato tra avanguardia estetica e riflessione metafisica, in una tensione costante tra materia e idea, tra gesto e visione. Se negli anni Sessanta Scheggi è noto per la sua adesione alle sperimentazioni dell’Arte Programmata e il dialogo con Lucio Fontana, è nel cuore silenzioso della sua opera che pulsa un’altra forza, più oscura e luminosa insieme: quella tra Apocalisse e sacro.