Descrizione
“Nella mia pittura ho tentato una sintesi tra
umanizzazione e idealizzazione:
cioè una sospensione tra il cielo della metafora spirituale e
la terra della nostra quotidianità”
(Gianfranco Caffi)
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Gianfranco Caffi artista, sindacalista, uomo. È difficile distinguere queste caratteristiche, come fossero momenti di vita disgiunti. Sono un tutt’uno, sono Gianfranco. Perché la sua vita d’artista è stata impregnata dall’essere sindacalista e dalla sensibilità e vibrazione dell’animo che portava dentro di sé.
Percorrendo la mostra recentemente allestita, scopriamo la sua attenzione alla natura, il suo innamoramento per la Franciacorta, attraverso paesaggi che ci lasciano non solo emozionati ma coinvolti nella sua poesia. Così come osservando i dipinti che ritraggono un volto di donna su uno sfondo di fiori, si resta consapevoli della sua sensibilità, del suo essere poeta.
Subito dopo volgi lo sguardo verso dipinti che rappresentano la fatica dell’uomo, la crudeltà della guerra, la tragedia dell’occupazione nazista e fascista.
Allora scopri l’uomo socialmente impegnato, il sindacalista. E lo ricordi al tavolo delle trattative con la sua gentilezza, con il Sindacalista gentile e anima d’artista suo sorriso, tratti non disgiunti dalla fermezza nella difesa degli interessi che rappresentava.
Nella CISL è stato punto di equilibrio e mediatore instancabile.
Quanti problemi e quante tensioni sono state risolte per effetto del suo intervento, della sua capacità di immedesimarsi nei problemi, di fare sintesi, di trovare la giusta mediazione.
Era fondamentalmente un uomo di pace, un uomo vero, capace di vere e solidali amicizie. Sempre disponibile, pronto ad intervenire per aiutare perché portatore di grandi ideali ancorati in affetti terreni, verso la sua famiglia soprattutto, oggetto delle sue ansie come dei suoi grandi generosi slanci.
Il ricordo di Gianfranco non si perde nel passato, ma costituisce un modello per vivere il presente.