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Franco Nicoli Cristiani

La Politica è passione

Dagli anni della goliardia al Governo Regionale Lombardo

20.00

Categoria:
Prefazione: Paolo Del Debbio
Premessa: Franco Nicoli Cristiani
Formato: 150x210x11 mm - pp. 112 - illustrato colori - copertina con alette plastificazione opaca
Edizione: 2008
ISBN: 978-88-8486-299-0
Product ID: 2318

Descrizione

In cosa consiste la passione politica e, più in generale, la passione? La passione è un’emozione più forte di noi. In un certo senso si potrebbe anche dire che una passione si subisce. Avere una passione per qualche cosa o per qualcuno vuol dire sentire che qualcosa ci è entrato dentro come se fosse diventato un pezzo di noi eppure ci attrae all’esterno a seguirlo come se fosse qualcosa che pur avendolo non lo possediamo completamente. La passione politica non è qualcosa di diverso. Se è passione vera, ovviamente. Altrimenti è robaccia, viene da una zona putrescente dell’anima e della mente e produce effetti tristi, beceri, ingiusti. Dicevamo che la passione politica non è diversa dalla passione tout cour: è scoprire un’idea, farla divenire un ideale e sentirsi attratti da essa oltre le proprie capacità di base di reazione. Dice un antico proverbio italiano che “come il vento spinge le nuvole in cielo, così le passioni spingono gli uomini in terra”.
Leggendo queste pagine di Franco Nicoli si respira quest’aria. Raccontando di una campagna elettorale Nicoli scrive così: “capisco quelli che mi dicevano che per far politica occorre il cervello ma soprattutto il fisico. Ogni sera torno a casa stravolto. Spesso mi chiedo chi me lo fa fare. Ma è più forte di me”. È proprio così. Difficile dirlo meglio. È così quando racconta delle giovanili passioni politiche di destra, è ancora così quando con un gruppo di amici inizia ad interrogarsi su cosa sta succedendo quando compare la Lega in una storica osteria di Brescia, al Frate. È così quando racconta dell’inizio dell’avventura di Forza Italia dando la mano al candidato al Senato Giampiero Beccaria a Pavia ed è ancora così. E poi, via via, la costituzione del partito a Brescia l’elezione al consiglio regionale, la vittoria in molti comuni, Desenzano in testa, l’esperienza regionale di Assessore.
Qui non stiamo parlando di una passione astratta fatta di ideologia e, alla fine, solo di discorsi. Stiamo parlando di una passione per un ideale che è quello di dare ai cittadini ciò che da soli non riescono a raggiungere e di alleggerirli laddove possano correre da soli. Nicoli e Napoli cominciano tutti e due con la “n” e finiscono tutte e due con la “i”. Hanno anche lo stesso numero di lettere. Ma in mezzo c’è la forza delle Marianne. Qui in Lombardia grazie al primo mandato della giunta Formigoni (1995-2000) lo smaltimento dei rifiuti non è un incubo ma una realtà. Quella volta Nicoli era Assessore all’Ambiente. A Napoli la situazione è diversa: purtroppo non lo sappiamo solo in Lombardia, lo sanno in tutto il mondo.
Si potrebbe avere l’impressione che parlando di passione ci si porti in un territorio un po’ gelatinoso, fintamente zuccherato che, per chi lo conosce, è l’esatto contrario della personalità di Nicoli. Ma non c’è contraddizione perché la passione di un uomo che ha le suole sporche di terra, ed anche le mani, perché “ci sta dentro” è una passione più vera, non meno.
Il programma politico e le sue fondamenta culturali, che dall’inizio è patrimonio di Forza Italia sono nel giusto non perché rappresentano un pezzo di società ma perché tendono a liberare la società stessa nelle parti migliori di essa. A premiare chi compete, chi ci mette del proprio, chi ama più essere spinto che protetto. Ma pur essendo nel giusto non basta. Ha scritto giustamente Vittorio Sgarbi “la passione è uno strumento di difesa della ragione. Perché non basta avere ragione “bisogna anche, appassionatamente, difenderla”. Se questo è vero in generale lo è certamente a Brescia dove una classe politico economico finanziaria, e non di centrodestra, e non liberale, qualche volta neanche tanto tollerante, ha sempre avuto l’idea che il migliore ideale di società fosse quello che avevano in mente loro. Poi dall’ideale sono arrivati anche giù, bassi bassi, e hanno costruito un sistema finanziario che, diciamo così, aiutasse questo loro ideale a vedere la vita. Una sorta di forcipe bancario, naturalmente tutto in difesa della vita nascente: in questo caso la loro. Qui, nel bel mezzo di questa Brescia, Franco Nicoli e Forza Italia hanno messo le loro radici hanno vinto tante cose e quest’anno si apprestano a tentare di conquistare anche il Comune.
C’è anche un’altra passione che percorre le pagine scritte da Franco Nicoli: è quella per il partito e per l’amicizia. Vanno messe insieme perché così sono nel racconto che leggerete. Un racconto secco, privo di incisi che lo rendono incisivo. È l’incisività propria di chi lo ha scritto che va con intelligenza al cuore dei problemi e attraverso di esso al cuore della gente.
Dicevamo della passione per il partito. Non è una passione per la struttura, per la gerarchia, per le divisioni di potere interne. Certo, il potere c’è perché per poter fare il potere è indispensabile. Ma qui si parla del partito come di un’avventura comune. Basta vedere con quale dettaglio vengono ricordate le persone che hanno partecipato a questa straordinaria avventura di forza Italia a Brescia. Non ringrazia, con quel fare stucchevole e conato genetico, “ringrazio tutta la squadra e i collaboratori”. No, qui ci sono nomi e cognomi. Mancano gli indirizzi per questioni di privacy. Scrive giustamente il nostro Autore “la leadership, a qualunque livello operi, nasce dalla capacità di coinvolgere tutti nella validità del progetto politico proposto, senza imposizioni ma con la sola forza della capacità di coinvolgere tutti, nella consapevolezza di coinvolgere tutti nella affermazione del progetto. Io conosco molte di quelle persone di cui parla Nicoli nel libro e conosco anche il Marcello, il nipotino il cui è dedicato il libro da Nicoli, non so neanche io quale sarà il mondo nel quale vivrà suo nipote. Viste tute le trasformazioni non so di preciso neanche come è il mondo in cui vivo io. Però so che le cose scritte in questo libro sono proprio così. Le ho viste, vi ho per quanto potuto partecipato, le ricordo. So che sono vere.
(Paolo Del Debbio)