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Maria Carla Folli

ORZINUOVI La Fortezza ritrovata – vol. 2

ORZINUOVI: DAL CASTRUM SANCTI GEORGII ALLA FORTEZZA DELLA SERENISSIMA REPUBBLICA

LA FORTEZZA DI ORZINUOVI: LE FASI DELLA SUA STORIA

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Illustrazioni: Modellazione e ricostruzione grafica di Mauro Belviolandi
Formato: 210x297x9 mm - pp. 140 - illustrato colori - copertina semirigida con alette lunghe plastificazione opaca
Edizione: 2020
Product ID: 4876

Descrizione

Il 7 luglio 2017 è stato iscritto nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO il sito “Opere di fortificazione veneziane tra XVI e XVII secolo”, costituito da sei città riconosciute come simbolo eloquente dello straordinario sistema fortificato attuato dalla Serenissima: Bergamo, Peschiera del Garda, Palmanova, Zara, Sebenico e Cattaro. È un riconoscimento che evidenzia quanto sia importante la salvaguardia e la conservazione di questi monumenti dell’ingegneria e dell’urbanistica, poiché essi sono il simbolo della conservazione stessa delle città, difese e mantenute in vita. Sono, inoltre, portatori di un linguaggio che unisce e accomuna territori differenti e anche lontani, ma un tempo strettamente legati perché partecipi di un progetto portato avanti per secoli. Le sei città inserite nella lista UNESCO sono, dunque, soltanto un campione ridotto, che potrebbe essere allargato a numerose altre, proprio per meglio testimoniare la grandiosità della rete stesa a protezione di uno degli Stati più rappresentativi della storia italiana.
Una delle maglie di questa rete era costituita dalla fortezza di Orzinuovi: un borgo murato, ridisegnato a partire, sostanzialmente, dal XV secolo per rispondere in modo più efficace al ruolo di salvaguardia dell’area di pertinenza. Fu così che Orzinuovi costruì la sua identità di città bastionata, dove la fisionomia urbana era definita dalla possente cinta muraria, che la rendeva anche esteticamente ammirevole. La perdita della plurisecolare funzione militare determinò drasticamente lo stravolgimento dell’originaria fisionomia: si smantellò l’agguerrito e articolato perimetro difensivo, accelerando in modo irrimediabile anche la perdita della memoria storica della quale i manufatti demoliti avrebbero potuto rappresentare la testimonianza.
È innegabile l’ineludibilità del destino al quale, comunque, sarebbe andato incontro col trascorrere del tempo quel poderoso apparato militare, essendo decadute le finalità per le quali esso era stato creato. La sua conservazione avrebbe incontrato evidenti e sperimentati ostacoli, a partire, comprensibilmente, dai fondi necessari per renderla attuabile: fondi resi ancora meno reperibili qualora prevalga la disattenzione, se non addirittura il deprezzamento, da parte degli organi amministrativi nei confronti di opere dall’elevato valore anche simbolico. Inoltre la stessa percezione delle mura come ostacolo alla conquista di un conveniente sviluppo economico avrebbe reso anacronistico il mantenimento di una tale imponente struttura.
I mezzi tecnici attualmente a disposizione nel campo dell’ingegneria, della filmografia e dell’informatica consentono un’operazione di recupero della memoria storica attraverso la ricostruzione virtuale delle realizzazioni perdute. Si tratta di un’operazione ampia, certamente impegnativa, resa però possibile anche dalla convinzione e dalla passione che devono animare chi si cimenta in una simile impresa. Il presente lavoro vuole essere il complemento cartaceo di questa interessante e meritoria operazione.