Benvenuto sul sito della Compagnia della Stampa
Chiama ora +39 030 7090600
Close
A cura di: Daniele Montanari

Il catalogo storico della Biblioteca Queriniana – 1°

Gli scambi librari (1757-1764)

12.00

Categorie: ,
Collana: Annali Queriniani MONOGRAFIE - 9
Formato: 160x242x10 mm - pp. 144 - copertina con alette su Dalì
Edizione: 2009
ISBN: 978-88-8486-339-3
Product ID: 2424

Descrizione

Sin dall’inizio del suo lungo episcopato bresciano (1728-1755) il cardinale Angelo Maria Querini prediligeva il ruolo di un principe della Chiesa, sensibile alla ridondanza della sua immagine e al rilievo delle sue scelte politico-religiose. Profondo conoscitore e ammiratore del mondo tedesco, s’ispirava alle figure di quei vescovi-principi la cui magnificenza già cominciava a declinare, incalzata da un inarrestabile processo di secolarizzazione. Il suo comportamento in ambito pubblico sarebbe stato marcato in modo indelebile dalla logica del prestigio e dalla dinamica nobiliare dell’apparire, nel sogno forse di un principato impossibile e sublimabile solo attraverso opere di maestosa edilizia sacra. In questa prospettiva s’inserivano i suoi robusti interventi finanziari per il completamento della fabbrica del duomo nuovo: sintesi mirabile di fede popolare e generoso impegno di un’intera città per la realizzazione della sua cattedrale. Ancora più rilevante per comprendere lo spessore del presule risulta comunque la costruzione dell’altrettanto famosa biblioteca. Realizzato in pochi anni dall’architetto Marchetti, l’edificio completava la sistemazione dell’area limitrofa al duomo, conferendole una rinnovata ariosità urbanistica. Anche in questo frangente la volontà del cardinale di eternare la sua munificenza di principe della Chiesa si fondeva con la sensibilità politico-culturale del patrizio veneziano. L’aspetto più rilevante di quest’ultima impresa riguardava però la sua scelta di aprire l’istituzione culturale alla fruizione dei bresciani, donandola in perpetuo alla città. Il suo legame con il ceto dirigente e con l’élite intellettuale urbana era ormai tanto consolidato da spingerlo ad un gesto di lungimirante anticipazione politica.