Descrizione
Il testo qui presentato da Jean-Luc Nancy contiene in sé una forza poetica dirompente che porta il lettore a scandirne lentamente i versi, cercando di andare oltre la superficie del detto che rinvia, inevitabilmente, a un non-detto che chiede di essere esplicato.
Ciò che ci impressiona nell’accostarci a questo componimento è la difficilissima operazione cui dà corso l’Autore nel perseguire un tentativo di mettere in versi la complessità che sta alla base della nozione di pane. Tanto da farne poeticamente una declaratio terminorum e da pervenire nell’inversione dal «Padre Nostro» al pane nostro, a un’apparente preghiera laica ove il pane non sarebbe tanto il sostituto di un’altra divinità, bensì, nella rivendicazione di una condizione totalmente incarnata della nostra esistenza, un escamotage, se così possiamo dire, per portare a datità la distinzione che corre tra bucca e os, e dunque andare al di là delle tematizzazioni che i grandi maestri del pensiero hanno proposto.
Il pane è nutrimento, si sa, ma non solo…