Descrizione
Intento di questa ricerca è indagare un lato pressoché inesplorato nella critica su Lévinas: il suo rapporto con la dottrina kantiana del male radicale.
Se la relazione con Kant è già stata indagata, anche per le esplicite ascendenze rivendicate da Lévinas stesso, il nodo aporetico del male radicale è indicata da Francesca Nodari come il filo rosso per ripercorrere il cammino del filosofo ebreo di origine lituana.
Per sorpendere questo tema nelle pagine lévinasiane è necessario scavare a fondo nel pensiero di Lévinas, analizzando con rigore anche le riflessioni non esplicitamente dedicate al problema del male radicale, in un continuo scandaglio critico. È ciò che fa Francesca Nodari in questo studio, nel quale partendo da una rigorosa ricostruzione della concezione kantiana del male radicale passa poi ad analizzare la valenza e la portata di questo tema spesso sotterraneo nell’economia dell’opera tutta del filosofo lituano, concludendo, infine, con un’attenta disamina dei testi nei quali Lévinas discute esplicitamente il nodo del male radicale e delle forme da esso assunte dopo quella cesura della storia che va sotto il nome di Shoà.