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Davide Busi

I primi passi di un erudito

Angelo Maria Querini, Firenze e l’ “Oratio de Mosaicae Historiae praestantia”

12.00

Categoria:
Collana: Annali Queriniani MONOGRAFIE - 7
Formato: 160x242x10 mm - pp. 144 - copertina con alette su Dalì
Edizione: 2008
ISBN: 978-88-8486-338-6
Product ID: 2410

Descrizione

Di «quel non facile personaggio che fu, nella cultura settecentesca, il cardinale Querini» sappiamo ben poco; eppure una personalità di tale portata, dagli innegabili meriti – come riconosciuto dal tutt’altro che a lui favorevole Ludwig von Pastor – ed in relazione con alcuni tra i più importanti intellettuali della sua epoca, meriterebbe di essere meglio studiata e conosciuta. L’intento principale di questo testo è perciò mettere un primo tassello a quello che, per chiunque avesse l’intenzione d’intraprenderlo, si annuncia essere un lungo cammino di ricerca.
Leggendo i vari saggi che costituiscono l’ultima e la più importante opera dedicata al prelato veneziano, non ci si può cosìnon stupire della molteplicità e della varietà dei giudizi forniti da alcuni dei più importanti studiosi italiani della cultura e della storia ecclesiastica del Sei-Settecento. Tuttavia questo ventaglio di pareri, proprio per la sua incoerenza, diviene a noi utile per sottolineare due aspetti significativi: da un lato l’innegabile contraddittorietà del personaggio – il che, ai nostri occhi, lo rende ancor più interessante –; dall’altro, cosa perfino più rilevante, la precedentemente ricordata mancanza di studi approfonditi sul soggetto.
Dunque, in questo scritto, partendo da tale consapevole lacuna e riallacciandoci al prezioso lavoro di Gian Ludovico Masetti Zannini sugli anni giovanili di Querini, tenteremo di compiere un ulteriore passo avanti: ci inoltreremo, infatti, per quanto è possibile, nel decennio in cui il giovane veneto permase a Firenze (1696-1710), all’inizio della sua carriera ecclesiastica.
Tuttavia, prima di recarci in Toscana insieme a Querini, faremo un breve viaggio, tra spazio e tempo, in giro per l’Europa. Il nostro obiettivo sarà quello di descrivere, attraverso veloci pennellate, il cambiamento intervenuto a livello filosofico tra il XVII e l’inizio del XVIII secolo; ci soffermeremo, in particolare, sulla mutazione verificatasi nel rapporto tra la sfera umana e quella divina, prodottasi con la rivoluzione scientifica e l’affermazione del razionalismo. Tenteremo, inoltre, di comprendere quali conseguenze tutto ciò ebbe rispetto all’esegesi biblica, prendendo in considerazione le opere di alcuni tra i più influenti intellettuali dell’epoca, del calibro di Spinoza, Richard Simon, Thomas Burnet e Jean Le Clerc.
Solo dopo questa panoramica sarà possibile recarci a Firenze, dove seguiremo il giovane Querini, circondato da rilevanti personalità quali Antonio Magliabechi e Lorenzo Magalotti; e dove, soprattutto, porremo la nostra attenzione su una delle sue primissime opere, l’ “Oratio de Mosaicae historiae praestantia”, pubblicata nel 1705. Tramite questo breve discorso cercheremo di precisare meglio – ricollegandoci alla prima parte del lavoro – due aspetti: in primo luogo il valore dei rapporti che il benedettino venne allacciando con il contesto culturale dell’epoca; in secondo luogo l’atteggiamento con cui iniziò ad accostarsi alle molteplici esperienze filosofiche e religiose di cui, grazie a uomini e libri giunti da mezza Europa, venne a conoscenza nella capitale granducale.
Questo, tuttavia, non può che essere – s’è detto – un primo passo, un’introduzione e, soprattutto, un invito alla ricerca. Sicuri come siamo della notevole influenza che ebbero su Querini gli anni fiorentini, siamo anche consapevoli del fatto che questo contributo non potrà che essere poca cosa: molto, infatti, resta ancora da fare. Oltretutto, ben sapendo che la personalità di ogni uomo si modifica con il tempo ed attraverso nuove esperienze, non abbiamo certo la pretesa di chiarire le future prese di posizione dell’ormai anziano prelato – quello del progetto irenico, per intenderci – e le sue tarde scelte. Crediamo tuttavia che nulla nasca dal nulla, e perciò siamo convinti che approfondire lo studio di questo periodo – come, d’altra parte, di quello successivo del viaggio in Europa (1710-1714) – gioverebbe non poco ad una migliore comprensione; anche perché, come avremo modo di ricordare più oltre, altri documenti inediti attendono di essere letti ed analizzati.