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Enzo Bianchi
A cura di: Francesca Nodari

Cibo e sapienza del vivere

Granelli/Filosofi lungo l’Oglio – 25

INSTANT BOOK

7.00

Categoria:
Collana: Granelli/Filosofi lungo l'Oglio - 25
Prefazione: 10a edizione
Formato: 110x155x8 mm - pp. 88- copertina semirigida
Edizione: 2015
ISBN: 978-88-8486-675-2
Product ID: 3079

Descrizione

Enzo Bianchi ci fa a riflettere sulla stretta connessione tra cibo e sapienza del vivere, invitandoci, sin da subito, a pensarne la sua peculiarità, il rapporto con la terra e con l’uomo, ma anche la ritualità che è sottesa al mangiare insieme, a dividere il tozzo di pane, a sedersi a uno stesso banchetto il cui in-vista-di-cui-finale è la condivisione.
Parole che sembrano obsolete se è vero che i pasti, molto spesso, si riducono a una consumazione rapida e automatica, molte volte solitaria, con porzioni monodose create ad hoc, magari pre-cotte scandite dal tempo sincronico della pausa pranzo. Pasti ove, per lo più, ci si tende ad estraniare anche quando si è con altri o addirittura ingurgitati da soli sotto la dittatura imperante del fast food. Potremmo dire che si tratta di una delle inevitabili conseguenze della surmodernità.
Accelerazione del tempo, abbattimento delle distanze, moltiplicarsi dei non-lieux, erosione del simbolico. Ora, in un simile panorama, cosa resta del significato profondo del cibo come nutrimento per la convivialità? Quanto siamo consapevoli dello stretto legame tra natura e cultura: l’una, che offre gli alimenti, l’altra che possiede l’arte di trasformarli?
Come pensa l’Autore:
Vorrei collocare questa mia meditazione nell’attualità che stiamo vivendo. Mi riferisco alla leggerezza con cui tanti battezzati e tante realtà cristiane partecipano all’evento di Expo 2015. Troppa leggerezza in questa partecipazione, che per alcuni si fa addirittura entusiasta: leggerezza dovuta a una mancanza di discernimento di cosa realmente questo evento vuole essere, leggerezza dovuta a una “mondanità” che – dice papa Francesco – abita facilmente anche tra i cristiani. La mia
riflessione vorrebbe dunque anche essere un richiamo alle responsabilità dei cristiani e della chiesa, affinché la speranza di cui sono portatori non sia mai annacquata, non sia contraddetta a causa del suo farsi mondana, non perda il sale che contiene e non diventi così degna solo di essere buttata via e calpestata dagli uomini.