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Erika Bernardi

Erika e i suoi amici

Racconti in Malga Loa nel Parco Adamello

15.00

Categoria:
Prefazione: Milla Prandelli - Giancarlo Maculotti
Introduzione: Corrado Scolari - Gian Franco Tomasoni - Ettore Prandini
Premessa: Nicoletta Rodella
Illustrazioni: Edoardo Nonelli
Formato: 200x245x12 mm - pp. 144 - illustr. col. - copertina semirigida con alette lunghe plastificazione lucida
Edizione: 2012
ISBN: 978-88-8486-546-5
Product ID: 2788

Descrizione

Erika è fresca, come l’acqua dei ruscelli delle sue montagne. È chiara e limpida come l’Arcanello, il Narcanello e il Frigidolfo, che unendosi formano il fiume Oglio, su cui si affaccia Berzo Demo, dove da sempre vive con mamma Rosanna, papà Renato, sua sorella Nadia e la nonna Pina. Erika è l’azzurro del cielo che si riflette sul ghiacciaio dell’Adamello ed è bianca, rossa e verde come il “Percorso della Memoria” che dal fondo valle conduce a Loa, a 1400 metri di altezza, dove trascorre tutte le estati, lavorando e, perché no? Divertendosi nella malga di famiglia. Oggi, a undici anni, la piccola, grande Erika Bernardi, è uno dei simboli che meglio rappresentano i valori profondi e la storia della più vasta delle valli bresciane: la Valle Camonica, o Camunia, come molti di coloro che ci sono nati amano chiamarla. Suo zio Lino Balotti, uno dei miei più cari amici, per me quasi un fratello più grande, tanti anni fa ha riscoperto la bandiera della Valle Camonica, che ora svetta su molte delle case del posto. È un vessillo che risale al 1200 e in cui un’aquila e una cervo su fondo verde e azzurro, rappresentano il territorio. Forse, il Lino avrebbe dovuto inventarne una nuova e usare un ritratto della piccola Erika: coi suoi occhi felici e luccicanti, i capelli corti per stare comoda, le gote rese bianche e rosse dalla vita in alta montagna e il bastone intagliato a mano che non lascia mai. O forse in Erika lo zio Lino, che è presidente dell’associazione culturale “El Teler”, che si propone di promuovere la valle, ha messo tutto ciò in cui crede e ha preferito non metterla su una bandiera ma custodirla, assieme al figlio Nicola, come un tesoro di famiglia.
Erika nel suo primo libro, in modo semplice e spontaneo, racconta di sé e della sua vita, aiutata dalle belle illustrazioni dell’amico Edoardo Nonelli, stimato artista dalignese che, come me, la conosce sin da quando andava a gattoni. Trovo che i racconti che la piccola, nota come la pastorella della Valle Camonica, riflettano la sua personalità e il suo modo di essere. Saranno utilissimi a tanti bambini come lei per capire come si vive in montagna e specie nel bresciano. Ma non solo, perché alcuni episodi saranno un buon punto di partenza per famiglie e insegnanti per parlare del passato, del folklore e delle usanze di un tempo. Perché in certi tratti Erika sa vivere come i bambini di una volta.
Pur essendo una studente modello che usa alla perfezione computer, internet macchine fotografiche digitali, “tablette” e “smartphone”, Erika quando sta coi suoi cari si adegua al trascorrere delle stagioni, proprio come un tempo. Eccola, allora, accudire le vacche di papà Renato, le oche, le galline e gli altri animali di famiglia, come per esempio la “Cippa”, ovvero la sua gazza, cui ha dedicato un intero capitolo del libro per raccontare di quando le è scappata e del momento in cui con enorme gioia l’ha ritrovata. Ma eccola pronta anche a preparare formaggi nostrani nel caseificio della Loa, in estate, oppure in quello dell’azienda agrituristica le Golde di Demo, dove mamma e papà lavorano quando non si può più salire in quota per via della neve.
So che dopo avere letto il libro deciderete di conoscerla. Fatevi allora una gita nella meravigliosa Valcamonica e in Valsaviore e, chiedetele di accompagnarvi a vedere il Sentiero della Memoria: con le trincee, il fortino e le postazioni usate durante la prima Guerra Mondiale. Perché Erika sa molto della terza linea e dei fatti bellici di quel tempo, che vi racconterà con la sua voce da ragazzina. Non perdetevi la passeggiata alla scoperta del sentiero dei formicai, dove vi mostrerà un vero e proprio segreto sulle formiche “Ruffa”, che secernono una sostanza balsamica.
Ciò che davvero ve la renderà indimenticabile, come accaduto a me, sarà però vederla con la famiglia, che Erika adora, tanto da chiedere il permesso alla mamma di aiutare nei due agriturismi di proprietà dei genitori: quello in malga, aperto da giugno a settembre e quello a Demo.
“Proprio il momento in cui tutte le donne della famiglia si riuniscono in cucina per preparare i piatti della tradizione della Valle Camonica e della Valsaviore” mi ha confessato una volta la mia piccola Erika “è quello che preferisco nella mia giornata”.
Piccola Erika, lascia che anche io, come tutte le persone che ti conoscono, ti dica quanto bene ti voglio.
(Milla Prandelli – Giornalista)