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Angela Valenti Durazzo

I Durazzo

Da schiavi albanesi a dogi della Repubblica di Genova

70.00

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Presentazione: L'Autrice
Prefazione: Tatiana Gjonaj e Luan Rama
Introduzione: Francesco Bernardo Sopranis - Riccardo Albericci
Formato: 215x305x30 mm - pp. 360 - illustrato colori - copertina rigida cartonata + sovracoperta plastificazione opaca
Edizione: 2004
ISBN: 88-8486-108-X
Product ID: 1928

Descrizione

Questa pubblicazione sulla storica “dinastia” dei Magnifici Durazzo, patrizi genovesi, costituisce una vera e propria preziosa raccolta di fatti, personaggi e dati, ordinati per epoche ed argomenti, esempio quasi unico nelle vicende delle 619 famiglie aristocratiche della Repubblica dei “mille sovrani”.
Gli episodi citati da Angela Valenti nello svolgimento delle pagine analizzano non solo i momenti favorevoli al Casato, ma con uguale serietà quelli più difficili, dai quali i Durazzo hanno costruito con tenacia le loro immense “ricchezze”, queste ultime con evidente gusto per il bello, l’arte e l’architettura.
Fu grazie all’apporto determinante dei Durazzo se nel XVIII secolo a Genova crebbe la sensibilità per le scienze naturali: presso la Villa di Cornigliano essi fondarono l’Accademia Durazziana, dove raccolsero testi e reperti di mineralogia, geologia, botanica e zoologia.
Nella trattazione che l’autrice compie della nobile famiglia e dei suoi esponenti più illustri, l’evidenziazione dei “personaggi botanici”, tra i quali spicca la figura di Clelia Durazzo Grimaldi, donna scienziato che nel 1794 fondò presso Villa Durazzo Pallavicini a Pegli il suo Jardin botanique, tuttora, sebbene trasformato e modernizzato, preziosa testimonianza di una passione che fu più forte della morte.
“Nel 1500 – scrive l’autrice – si diceva che l’oro nascesse nelle Americhe, morisse a Siviglia e venisse seppellito a Genova. Questo a testimoniare gli ingenti capitali accumulati ed investiti dall’aristocrazia genovese. E i marchesi Durazzo sono prima setaioli, poi imprenditori e mecenati. Infine stirpe. Un documento del 1738 attribuisce loro il secondo posto a Genova per fortune accumulate dopo i potentissimi e antichissimi Spinola, ma il primo in quanto a ricchezza dei singoli, poiché il patrimonio è concentrato in poche mani. Il culmine economico e sociale i Durazzo lo raggiungeranno a cavallo tra il Seicento e il Settecento grazie ai fratelli Gio Luca, Eugenio e Gio Agostino Durazzo, primi “abitanti” del Palazzo Reale di Genova e ai loro successori (il doge Marcellino e il figlio Gerolamo Luigi, l’ultimo doge di Genova). Giacomo Durazzo, poi, direttore dei teatri di Vienna, musicologo, collezionista di stampe e diplomatico rappresenta, forse, la più alta espressione in assoluto dello stile e dell’amore per l’arte della famiglia Durazzo”.